Riceviamo e pubblichiamo //
Durante la campagna elettorale si parla di programmi, di progetti, di sogni. Si contesta l’avversario, si critica il suo operato. Spesso si tirano colpi bassi, si esula dalle istituzioni e si entra nei personalismi. Si propone, si promette, ci si promuove, si garantisce.Complice il malcontento generale ed il disagio per una crisi che sembra non volersene andare. In questo contesto ci sono un insieme di cose, a tratti banali, eppure efficaci nella loro disarmante semplicità.
Come detto nei giorni scorsi, pur non condividendo le scelte “ASSESSORILI” del Sindaco Sorbo, sia chiaro mi riferisco al metodo e non ai nomi, resto convinto che la scelta fatta dal popolo Venafrano sia stata la più opportuna, vista anche la pochezza della concorrenza. Ora inizia la vera sfida, vincere è stato facile e soprattutto prevedibile, bisogna perciò scendere in campo e come lo si farà? A mio avviso servirebbero, al contrario di lunghe, noiose ed inutili teorie programmatiche, pochi e semplici passi che, per prima cosa, possano ridare credibilità al ruolo della politica:
1. nella nostra vita di tutti i giorni ciascuno di noi fa “politica”: la mediazione con i colleghi di lavoro, la gestione di un bilancio familiare, l’organizzazione delle relazioni e dei rapporti con gli amici. Eppure nel tempo si è perso il vero significato dell’azione. Occorre imparare a gestire il bene comune e la collettività con la coscienza e l’impegno di un buon padre di famiglia. Fare politica deve tornare ad essere un atto di impegno civile verso sé stessi e gli altri.
2. La politica, i suoi contenuti, il suo linguaggio, sono spesso lontani dalla gente, dal vivere quotidiano. C’è bisogno di riscoprire il senso della chiarezza, della semplicità e della “concretezza”.
3. Bisogna imparare ad essere “prossimi” agli altri, cercando di capirli ed interpretando le loro esigenze ed i loro bisogni. Solo in questo modo l’individuo ed il suo bene può essere davvero al centro dell’azione politica: risolvere i problemi impellenti delle famiglie, dare assistenza e guidare le persone attraverso la burocrazia e l’amministrazione, parlare con le persone.
4. Fare politica non vuol più dire parlare di massimi sistemi e prendere le decisioni a tavolino: occorre dare un nuovo ruolo centrale alle piccole realtà, lavorando sul concetto di solidarietà civile.
5. La crisi dell’economia, della politica e della società ci sta dimostrando che un mondo individualista in cui ognuno cerca il proprio benessere non è più sufficiente: un’azione politica seria deve sostenere ed incentivare la creazione di una rete solida e concreta di rapporti e di collaborazione progettuale tra gli individui e le piccole attività economiche della nostra città.
6. Il periodo difficile impone all’azione politica di sostenere con forza le famiglie e le imprese. Eppure accanto a questo è necessario ricominciare a sognare, progettare un futuro, credere in una città che ha bisogno di forza per crescere e per dare a tutti l’opportunità di una migliore qualità della vita.
7. avere il coraggio di rompere con le apparenze ed i formalismi soliti della casta, camminare tra la gente e con la gente, ognuno con la sua “candela” – magari, fra qualche giorno, scendere in strada a suonare il flauto con i giovani e non impompamagnarsi elevandosi ad “AUTORITA’”.
Nunzio Zullo