Da giorni, per non dire da mesi, per la città non si notano i bus gialli del trasporto pubblico. Una mazzata per le persone anziane e chi non ha la possibilità si spostarsi con l’auto da una parte all’altra della città. La gente è veramente infuriata con il Comune che non riesce a garantire questo servizio essenziale. Tutti cercano spiegazioni ma da Palazzo Cimorelli, nessuna risposta. Tante le voci che circolano, ma nessuna certezza. C’è chi dice che i pulmini sono fermi perché mancherebbero i soldi per la manutenzione ordinaria e straordinaria: freni consumati, olio da cambiare, nessuno più vuole fare credito al comune. C’è, invece chi, dice che non ci sono soldi per la nafta e quindi i mezzi rimangono fermi al macello comunale, usato come tutti sanno, come deposito dell’Ente.
Si tratta poi di far camminare appena due mezzi pubblici, tutto qui. “Non possiamo più andare al cimitero, all’ospedale, perché non passano i pulmann del comune ci dichiara una anziana signora che ieri aspettava sotto la pensilina di corso Lucenteforte in attesa del bus che non arrivava. Ci andiamo sempre noi di mezzo, noi anziani che veniamo abbandonati da tutti. “ Un’altra tegola dunque si abbatte sulla gestione commissariale del comune di Venafro. Un problema che potrebbe essere risolto con poche risorse. L’appello lo lanciano in tanti all’indirizzo delle due Commissarie Ocello e Ferri perché intervengano e mettano un po’ d’ordine tra quei dipendenti che dovrebbero curare i vari settori, tra questi quello del trasporto pubblico. Pensate, ieri mattina dei cittadini per tutta la mattinata hanno cercato di contattare l’ufficio tecnico per segnalare che in alcuni vicoli della città, è saltata la pubblica illuminazione come in via Pretorio. “Abbiamo continuamente chiamato ai due numeri 906208 e 906209 per tutta la mattinata ci dichiarano alcuni residenti di via Pretorio per segnalare che da settimane da noi è fulminata la lampadina dell’unico lampione della pubblica illuminazione, ma nessuno ci ha risposto. Che disastro.” Che vergogna, aggiungiamo noi! M.F.