VENAFRO. 5 luglio 2013. Sempre peggio per il Carsic. Con tre mesi di stipendi arretrati ( aprile, maggio e giugno) per i 116 lavoratori dipendenti. Ed un ultimo incontro convocato stamattina alle ore 11 a Campobasso presso gli assessorati al Lavoro ( Petraroia) ed alla Sanità ( Frattura).
A questa riunione partecipano rappresentanti sindacali e dei lavoratori, oltre la proprietà dell’Istituto privato che assiste handicappati anche gravi. Ma va anche peggio. Dopo i 48 licenziamenti minacciati dalla proprietà, oggi circolano voci che ne saranno 22.Anche se la convenzione stipulata tra Carsic e Regione rimane fondata su stretti parametri stabiliti dalla legge. Su 136 ricoverati sono già insufficienti gli attuali 116 dipendenti. Figuriamoci con oltre venti in meno!
Poi la Regione accredita i soldi al Carsic solo se vengono rispettati determinati vincoli assistenziali ed occupazionali, altrimenti viene a decadere tutto.
Ecco allora che sul tavolo rimangono problemi enormi da risolvere. Come l’adeguamento della retta quotidiana di 109 euro, per ogni ricoverato, bloccata da ben otto anni.
Si tenta di farla adeguare all’aumento del costo della vita, per portarla ad almeno 130 euro al giorno. Inoltre i tempi per l’accreditamento regionale sono stati dilazionati fino a 90 giorni. Ma non solo questo.
Altre pesanti domande si pongono tutti. E’ vero o no che i soldi stanziati dalla Regione ( e dunque dai cittadini molisani) finiscono per alimentare altre strutture assistenziali campane della società gestrice?
I lavoratori per questo chiedono maggiori controlli, anche perché non possono certo sopportare che i loro soldi finiscano altrove. Molti di loro stati costretti ad indebitarsi per mantenere la famiglia e poter pagare tasse.
Oppure eventuali mutui bancari. Ecco perché cresce tra loro la rabbia e la disperazione più nera. Anche perché hanno il fondato sospetto di essere stati abbandonati da tutti, di finire presto sul lastrico.
Senza soldi e senza lavoro. E poiché i problemi si aggravano di mese in mese, si fa strada una rivoluzionaria ipotesi.
Che viene spiegata da un rappresentante sindacale interno:< In un caso così estremo, siamo pronti a costituire una cooperativa di lavoratori ed avviare l’autogestione. Ci sentiamo in grado di gestirci al meglio, amministrando l’assistenza nell’interesse di tutti. A cominciare da noi stessi, ma soprattutto per i tanti ricoverati>.
Anche per questo stamattina a Campobasso scocca l’ora X. In attesa di decisioni risolutorie. Nel senso di prendere o lasciare. Diversamente la bomba del Carsic, innescata da oltre un anno, esploderà da un momento all’atro. Già ci sono state pericolose avvisaglie, con sciopero dei dipendenti e manifestazioni organizzate davanti all’entrata dell’Istituto. Domani potrebbe succedere di peggio. Ecco perché o la Regione prende a cuore il problema e va fino in fondo. Oppure si ritroverà i lavoratori a protestare dentro palazzo Moffa.
Va anche detto che la proprietà deve fare la sua parte, pagando regolarmente il lavoro dei dipendenti. Anche perché il Carsic gestisce ogni anno un finanziamento regionale di 3 milioni ed 800mila euro, più un milione di rimesse esterne.
Una bella sommetta che potrebbe persino aumentare con l’aumento della retta sino a 130 euro per ricoverato. Sulla pelle dei lavoratori non si può più scherzare. Qualcuno di loro ha rivelato che è disposto a fare gesti estremi, perché non ha più nulla da perdere. Una situazione del genere rischia di finire nella lente della magistratura penale. < Non ce la facciamo più- dichiara un lavoratore che chiede l’anonimato- Non possiamo sempre trovarci in sospeso con gli stipendi.
E persino sotto la minaccia di licenziamenti. O trovano una soluzione oppure presto ci andremo ad incatenare sotto la Regione Molise. Ed andremo anche oltre>. In che senso? Meglio non pensarci.
fonte: molise24.it
Poi la Regione accredita i soldi al Carsic solo se vengono rispettati determinati vincoli assistenziali ed occupazionali, altrimenti viene a decadere tutto.
Ecco allora che sul tavolo rimangono problemi enormi da risolvere. Come l’adeguamento della retta quotidiana di 109 euro, per ogni ricoverato, bloccata da ben otto anni.
Si tenta di farla adeguare all’aumento del costo della vita, per portarla ad almeno 130 euro al giorno. Inoltre i tempi per l’accreditamento regionale sono stati dilazionati fino a 90 giorni. Ma non solo questo.
Altre pesanti domande si pongono tutti. E’ vero o no che i soldi stanziati dalla Regione ( e dunque dai cittadini molisani) finiscono per alimentare altre strutture assistenziali campane della società gestrice?
I lavoratori per questo chiedono maggiori controlli, anche perché non possono certo sopportare che i loro soldi finiscano altrove. Molti di loro stati costretti ad indebitarsi per mantenere la famiglia e poter pagare tasse.
Oppure eventuali mutui bancari. Ecco perché cresce tra loro la rabbia e la disperazione più nera. Anche perché hanno il fondato sospetto di essere stati abbandonati da tutti, di finire presto sul lastrico.
Senza soldi e senza lavoro. E poiché i problemi si aggravano di mese in mese, si fa strada una rivoluzionaria ipotesi.
Che viene spiegata da un rappresentante sindacale interno:< In un caso così estremo, siamo pronti a costituire una cooperativa di lavoratori ed avviare l’autogestione. Ci sentiamo in grado di gestirci al meglio, amministrando l’assistenza nell’interesse di tutti. A cominciare da noi stessi, ma soprattutto per i tanti ricoverati>.
Anche per questo stamattina a Campobasso scocca l’ora X. In attesa di decisioni risolutorie. Nel senso di prendere o lasciare. Diversamente la bomba del Carsic, innescata da oltre un anno, esploderà da un momento all’atro. Già ci sono state pericolose avvisaglie, con sciopero dei dipendenti e manifestazioni organizzate davanti all’entrata dell’Istituto. Domani potrebbe succedere di peggio. Ecco perché o la Regione prende a cuore il problema e va fino in fondo. Oppure si ritroverà i lavoratori a protestare dentro palazzo Moffa.
Va anche detto che la proprietà deve fare la sua parte, pagando regolarmente il lavoro dei dipendenti. Anche perché il Carsic gestisce ogni anno un finanziamento regionale di 3 milioni ed 800mila euro, più un milione di rimesse esterne.
Una bella sommetta che potrebbe persino aumentare con l’aumento della retta sino a 130 euro per ricoverato. Sulla pelle dei lavoratori non si può più scherzare. Qualcuno di loro ha rivelato che è disposto a fare gesti estremi, perché non ha più nulla da perdere. Una situazione del genere rischia di finire nella lente della magistratura penale. < Non ce la facciamo più- dichiara un lavoratore che chiede l’anonimato- Non possiamo sempre trovarci in sospeso con gli stipendi.
E persino sotto la minaccia di licenziamenti. O trovano una soluzione oppure presto ci andremo ad incatenare sotto la Regione Molise. Ed andremo anche oltre>. In che senso? Meglio non pensarci.
fonte: molise24.it