VENAFRO. “Stante l’inefficienza di questa amministrazione su vari fronti e specialmente sull’inquinamento, invito il sindaco a convocare un vertice straordinario sul tema in modo da trovare, insieme, delle soluzioni”. Il capogruppo d’opposizione, Alfonso Cantone, sferza il primo cittadino. L’aria in città è praticamente irrespirabile ma, nonostante tutto, alcun provvedimento è stato adottato nel tentativo per lo meno di contrastare lo smog. Le centraline dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale installate su via Colonia Giulia e su via Campania continuano a segnalare sforamenti di polveri sottili. Superato ormai il limite consentito, proprio ieri l’Iqa, ovvero l’Indice della qualità dell’aria oscillava tra i valori “mediocre” e addirittura “poco salubre”. Significa che se la situazione non dovesse mutare, si dovrebbero avvisare “le persone con complicazioni cardiache, gli anziani e i bambini” perché “potrebbero essere a rischio”. In questi casi, il consiglio per queste categorie di persone è “di limitare l’attività fisica e la permanenza prolungata all’aria aperta specialmente nelle ore centrali della giornata”. Malgrado questo livello di allarme in mezza Italia, a Venafro nessun provvedimento risulta adottato. E’ vero che bloccare il traffico su via Colonia Giulia è (quasi) impossibile, ma è altrettanto vero che soluzioni alternative sono state proposte nel recente passato dallo stesso capogruppo di minoranza che oggi invoca un vertice d’emergenza. Ad esempio, a Cassino domani e dopodomani vigerà il blocco totale del traffico nel centro urbano. Una simile misura non si potrebbe adottare su corso Campano? Questo suggerisce Cantone. Ma anche e soprattutto: “Semafori agli ingressi della città, divieto di sosta in alcuni tratti di via Colonia Giulia, evacuazione della scuola elementare (ricordo che la centralina Arpa che segnala continui sforamenti di Pm10 è installata nel perimetro della scuola!). Sulla chiusura al traffico pesante ha avuto tantissimo tempo per organizzare incontri con l’Anas, la Prefettura e tutte le autorità competenti. La salute viene prima di tutto. Quindi, ora Sorbo si sbrighi ad individuare una soluzione altrimenti è bene che valuti attentamento le nostre proposte. Finora la sua amministrazione non è stata capace di limitare l’inquinamento, malgrado in passato l’allora capo dell’opposizione e attuale sindaco sembrava avere soluzioni in tasca per ogni tipo di problema. Adesso invece è nel caos tottale, basti ricordare che la delega all’Ambiente e quella alla Viabilità sono tornate nelle sue mani dopo la remissione da parte dei consiglieri incaricati. Nessuno le rivuole. Quindi tocca a lui sbrigarsela. Se vuole, noi siamo pronti ad aiutarlo, nell’esclusivo interesse dei venafrani che non possono più respirare questa aria inquinata. Tutti sono responsabili, nessuno escluso. A causa dell’inerzia dell’amministrazione Sorbo non possiamo fare altro che sperare nel buon Dio affinché scenda la pioggia a pulire l’aria…”. In definitiva, secondo Cantone “qualcosa si può, anzi si deve fare. Se magari ci convoca gli spieghiamo anche che è ora di progettare delle stazioni di bike sharing, in modo che chi lo vorrà potrà lasciare l’auto a casa e andare in centro in bici”. Venafro non è il posto più inquinato d’Italia, ma certamente in proporzione fa spavento l’Indice della qualità dell’aria rispetto a metropoli come Roma o Milano. Segno che, magari, non è solo il traffico il responsabile di un simile livello di inquinamento. Inquinamento che, come sottolineato anche dalle Mamme, è causa di malattie e di morte: “Rispetto al 2014 la mortalità è aumentata dell’11%: 68.000 morti in più. Non se ne parla perché la notizia è scomoda, ma ancora in crescita è anche il numero di bambini con disabilità (quest’anno circa 87.000 nella scuola primaria, circa 67.000 nella scuola secondaria di I grado). Come al solito, daranno la responsabilità agli stili di vita, alla crisi, persino alla genetica. Sappiamo invece bene che tutto questo (e molto altro) sarebbe stato evitabile se solo si fosse considerato il diritto alla salute come prioritario rispetto a qualunque altro diritto, se si fosse rispettato l’articolo 41 della Costituzione, se non si fossero sistematicamente ignorate le misure di prevenzione primaria”.
Fonte : Primo Piano Molise