Luigi Valente mi ha chiesto di accettare la sua richiesta di iscrizione a questo gruppo con un messaggio privato “per contribuire al dibattito” (così scriveva…). Vedo invece che la sua vera intenzione era quella di offendere, calunniare e diffondere fandonie. Se da un lato posso comprendere la prima parte della sua nota, che dovrebbe – secondo lui – “rettificare” l’articolo di Roberto Colella, non capisco il senso della seconda parte, nella quale mi tira in ballo pesantemente con argomenti che nulla hanno a che vedere né con il contenuto dell’articolo in questione né con una mia inesistente volontà di “coinvolgerlo in personali battaglie” contro chicchessia.
Altromolise, come ha fatto decine, anzi centinaia di volte in questi anni, ha semplicemente ripreso e pubblicato, senza alcun commento, una interessante inchiesta pubblicata da un giornale molto serio, “Il bene comune”, al quale collabora il fior fiore dei protagonisti della scena culturale e accademica molisana (e non solo) e che conta tra le sue firme alcuni dei migliori giornalisti molisani. Un giornale che è sul mercato da 15 anni e che si è distinto per serietà, puntualità e onestà intellettuale.
Tra l’altro l’inchiesta in questione è firmata da Roberto Colella, giornalista di valore, di cui conosco la serietà e la bravura per essere stato mio collaboratore. Un professionista che collabora con testate nazionali, oltre che locali, che ha pubblicato diversi libri e che il mestiere di giornalista lo insegna in corsi di specializzazione. Quindi non ho alcun dubbio sulla serietà del giornale né sul valore dell’inchiesta.
Tra l’altro l’argomento è sicuramente di interesse generale: si parla di un progetto che coinvolge enti pubblici e che dovrebbe essere realizzato con soldi pubblici, cioè di tutti noi contribuenti. Per questo, come ho fatto altre decine di volte, l’ho portato all’attenzione dei lettori di facebook. Se l’architetto Valente junior aveva da rettificare, precisare, correggere le cose scritte da Roberto Colella poteva farlo e noi, come sempre abbiamo fatto, avremmo pubblicato la sua rettifica (anche se probabilmente l’architetto junior ignora come funziona la legge sulla rettifica, a quali tipi di testate si applica, quali sono le modalità e i limiti per richiederla ecc.).
Così ha fatto Maurizio Varriano, la cui nota è stata pubblicata integralmente con la stessa evidenza dell’articolo in questione. Invece l’architetto Valente junior si è avventurato in una serie di considerazioni che partendo da enormi falsità, hanno l’unico obiettivo di distogliere l’attenzione dall’argomento principale e cercare di portarla su una inesistente “battaglia personale”, come se pubblicando un articolo di Roberto Colella io volessi vendicarmi di chissà che cosa.
Basta andare sul motore di ricerca di altromolise, mettere la parola “rassegna”, e si troveranno decine di articoli ripresi da giornali locali e nazionali che abbiamo riproposto ai nostri lettori. E moltissimi sono quelli postati sulle varie pagine facebook. Luigi Valente, per sostenere le sue tesi, attinge a piene mani dal repertorio di famiglia, con argomenti già usati in passato dal suo illustre genitore che si sono rivelati autentici boomerang.
Allora, senza entrare nel merito dell’inchiesta di Roberto e della “rettifica” (non voglio chiedere, ad esempio, quali procedure ad evidenza pubblica e selettive siano state adottate per scegliere il giovane architetto Valente per l’affidamento di incarichi da parte di enti pubblici, seppure – a quanto sembra – per parcelle di modesta entità), ma qualcosa voglio dirla su talune questioni che Valente jr. ha voluto rimettere in circolazione. Innanzitutto non c’è nessun “alterco” con chicchessia, innanzitutto perché io so distinguere – a differenza di altri – il livello di scontro politico da quello personale.
Poi perché non si possono avere “alterchi” con persone con cui non si hanno rapporti. Terzo, è una balla colossale perché appena un anno fa il sottoscritto ha coinvolto il suo illustre genitore in una iniziativa da me proposta e organizzata per conto della provincia di Isernia in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Consiglio a Luigi Valente, vista l’ampia esperienza che può contare in ambito familiare, di lasciar perdere i miei “fallimenti politici”. Basta guardare ai risultati delle competizioni elettorali degli ultimi 4 anni (dalle primarie per la scelta del candidato presidente della provincia del centrosinistra del 2009 alle recenti regionali del 2011 o alle ultime politiche del 2013, soprattutto riferendo i dati a Venafro) per capire che, se cerca fallimenti politici, non deve andare molto lontano dalla sua casa natia.
Non capisco perché, riferendosi a me, precisa che lui non ha mai avuto “rapporti lavorativi dubbi” ecc. E quando mai l’ho sostenuto? E non penso che lui si riferisca alla sua fulminea esperienza come tecnico impegnato nel progetto sul sito archeologico di San Vincenzo al Volturno, di cui mi sono occupato qualche anno fa (anche quella potrebbe essere un’utile lettura).
Sulla questione della turbogas casca malissimo, come era già successo al suo illustre papà. L’azienda di cui parla effettivamente contattò la società “esterna” che si occupava all’epoca della raccolta pubblicitaria per altromolise per conto dell’editore che sottoscrisse un contratto. Il sottoscritto non ha mai avuto niente a che fare con la pubblicità nei giornali in cui ha lavorato per 30 anni in quanto conosco bene le regole della deontologia professionale (da nove anni sono componente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti, eletto per ben tre volte consecutive con ampio consenso dai miei colleghi).
Le insinuazioni di Valente già a suo tempo furono spazzate via dai fatti: nonostante quel rapporto tra la società in questione e l’editore di altromolise (che non ero e non sono io), l’impegno del giornale contro la turbogas non solo non scemò ma si intensificò con la pubblicazione a mia firma di una serie di inchieste giornalistiche (alcune delle quali sono pubblicate nel mio libro “L’Altro Molise” e che posso produrre in ogni momento) che fecero venire alla luce gli intrallazzi e gli interessi che c’erano dietro quei progetti.
Non solo, io personalmente, prima e anche dopo il mio impegno politico diretto, sono stato impegnato in prima linea nelle istituzioni (Comune e Provincia), come risulta dagli atti che posso portare in qualsiasi momento, e nel Comitato Valle del Volturno, tra le altre cose autotassandomi, come tanti altri, per sostenere le spese di giudizio dinanzi al Tar e al Consiglio di Stato per i ricorsi che ci hanno consentito di scongiurare la costruzione degli impianti sul nostro territorio.
L’ultima “quota” di 100 euro l’ho versata poco più di un anno fa in una riunione all’Auser insieme, tra gli altri, al prof. Nicandro Silvestri, a Gianna Scarabeo, a Benedetto Iannacone e ad altri attivisti del comitato.
Tutto questo mentre qualcuno molto vicino a Valente junior, quando questa lotta iniziava, dichiarava ai giornali che era una “battaglia di ingegneri di paese” che non conoscevano il valore della tecnologia, della modernità e dell’innovazione.
Non ho mai usato i “miei giornali” (che non sono miei…) per scopi personali come mi hanno sempre riconosciuto tutti, compresi gli avversari politici.
Quando facevo il direttore del giornale del “fascista” Ciarrapico pubblicavo il migliore quotidiano che sia mai apparso sulla scena editoriale locale. Vi scrivevano personaggi del calibro – e parliamo degli anni ’90 – di Nichi Vendola, Romano Prodi, Corrado Augias, Federico Orlando, Giuseppe Tabasso, Giorgio Palmieri, Luigi Biscardi, Antonio Ruggieri, Orazio Maria Petracca, Pietro Corsi, Giose Rimanelli (tutti noti “fascisti”), tanto per citarne alcuni.
Il suo illustre papà, all’epoca in politica attiva e non alla finestra come oggi, spesso e volentieri vedeva pubblicati su quel giornale i suoi articoli che gli consentivano di avere visibilità e di far conoscere le sue idee.
Conservo ancora alcuni suoi messaggi elogiativi. All’epoca, evidentemente, il giornale del “fascista” Ciarrapico faceva comodo. Come sa chi fa questo mestiere il valore dei giornali lo decidono i lettori. Quando ho lasciato il “Nuovo Molise”, in contrasto con la linea che voleva dare l’editore di sostegno a Michele Iorio, amico di famiglia di Valente, me ne sono andato dimettendomi, rinunciando ad un eccellente stipendio e ad un posto importante.
Questa è storia che centinaia di persone possono testimoniare. E comunque lasciai quel giornale con una vendita di 3.600 copie al giorno, cifra che mai più nessun quotidiano regionale ha toccato. Il titolo di “insegnante delle scuole” l’ho conseguito “a tarda età” nel 2000, dopo aver partecipato al concorso pubblico per titoli ed esami indetto nel 1999 dal Ministero dell’Istruzione dopo quasi 30 anni dall’ultimo concorso.
Sono stato il nono a livello regionale, il primo a livello provinciale in un concorso con una prova scritta ed una orale. SOltanto il 30 per cento dei candidati superò la prova scritta e tra gli esclusi figuravano fior di docenti che avevano alle spalle lustri di insegnamento da precari, alcuni dei quali poi sono entrati ugualmente di ruolo e oggi fanno anche i presidi. Tutti gli incarichi che ho li ho guadagnati o con il consenso dei cittadini – quando mi sono candidato – o attraverso pubblici concorsi regolarmente vinti.
A proposito degli “emolumenti” derivanti da questi incarichi, ho pubblicato un anno fa, in questo gruppo, i dati della mia dichiarazione dei redditi. Quando mi accusa di aver “girato praticamente tutti i partiti”, il giovane architetto Valente probabilmente mi confonde con il suo illustre congiunto.
Io in vita mia sono stato iscritto ad un solo partito, Sinistra Ecologia e Libertà, di cui ho avuto la tessera nel 2010 e nel 2011. Tessera non più rinnovata anche perché, ad un certo punto, in quel partito sono entrati personaggi politicamente ambigui.
Alle regionali del 2013 mi sono candidato da indipendente nella lista dell’Idv – e non ho aderito a quel partito – perché mi è stato chiesto dal presidente Frattura di dare il mio contributo alla sua causa. Ho deciso così di accogliere l’appello pubblico di Antonio Di Pietro che, nei mesi precedenti alle elezioni, aveva aperto le liste del suo partito ad esponenti indipendenti della società civile.
Sono stato iscritto ad un solo partito in vita mia e me ne sono andato da SEL in punta di piedi, senza fare troppo rumore come invece ha fatto qualcun altro molto caro all’arch. Valente. Per quanto riguarda le mie battaglie “sterili”, Valentino (piccolo Valente) parla in particolare di due: quella a difesa dell’ospedale e quella per la scuola. Sulla prima potrebbe chiedere ai cittadini di Venafro quello che ho fatto.
Sono stato tra i promotori delle manifestazioni di piazza, mi sono recato personalmente a Campobasso più volte con altri amministratori per contestare le scelte regionali, ho dato sempre il mio contributo stando in prima linea.
Sulla scuola voglio ricordare al giovane architetto Valente che ho ottenuto ben due risultati concreti. Il primo riguarda la ristrutturazione della scuola di via Colonia Giulia che oggi è aperta grazie alla mia determinazione e alle mie battaglie, come mi è stato riconosciuto pubblicamente il giorno dell’inaugurazione, nei loro interventi, dall’allora sindaco Nicandro Cotugno e dall’allora presidente della Regione Michele Iorio.
Forse Valente jr. non sa che qualcun altro, che lui conosce molto bene, su quel sito di via Colonia Giulia avrebbe voluto costruire un centro commerciale… Inoltre ho presentato e fatto approvare in Consiglio comunale una delibera per la rimodulazione del finanziamento di 2,5 milioni di euro che erano stati destinati al sito di Camelot e che saranno invece utilizzati per sistemare la scuola di via Majella.
Quella mia delibera ha avviato l’iter amministrativo che porterà a breve all’adozione della delibera di giunta regionale (Michele Iorio non ha voluto approvarla) da parte della nuova giunta di Paolo Di Laura Frattura (che ha preso un impegno preciso con me in questo senso) per rimodulare il finanziamento e consentire al Comune di Venafro di avviare le procedure per la progettazione esecutiva e per l’appalto dell’opera che consentirebbe finalmente ai ragazzi di Venafro, ai docenti e al personale scolastico di avere una scuola sicura e funzionale.
Potrei continuare nel mio elenco, ma aspetto di sapere cosa ha da mettere sul piatto Luigi Valente (gli consento di attingere anche al suo ambito “familiare”) di concreto fatto a favore della nostra città.
Purtroppo mi piacerebbe stare più tempo al computer e in pantofole, ma esco di casa alle 7,15 per andare a lavorare e torno la sera – quando va bene – per ora di cena. E quando torno dedico il mio tempo ai due miei meravigliosi figli, accendendo il computer soltanto quando vanno a dormire.
E certe volte, come stanotte, mi tocca impiegare il mio poco tempo a rispondere alle baggianate del giovane architetto Valente. Che addirittura – questa è davvero bella – pretenderebbe pure di insegnarmi ad usare le virgole…. Caro Luigi, stai tranquillo, quando voglio parlare di te o di qualcun altro non ho problemi a farlo direttamente.
Ho alle spalle 30 anni di attività giornalistica (25 di iscrizione all’Ordine) e non le ho mai mandate a dire a nessuno. Mi auguro però di non dovermi più occupare di te, delle tue contorsioni mentali e del tuo livore, ma di potermi dedicare a cose più importanti. Spero di averti chiarito ogni dubbio, nel caso sono qui a tua disposizione.
Un abbraccio.