Con la ripresa delle attività seguita alle guerre contro Annibale si era verificata l’introduzione di nuove divinità che mediante opportuni adattamenti dei nomi trovavano benissimo posto nella locale cultura. Per questi culti merita di essere citata la chiesetta della Madonna della Libera. Figlia adulterina di Cerere, a Libera venne dedicato il tempio, trasformato poi in piccola chiesa ed eretto dai primi cristiani. Madonna che non esiste nella tradizione cristiana ma l’aver intitolato la chiesetta a Libera fa supporre la forte volontà di mantenere il mito del luogo. Immersa nei verdi olivi di Venafro, posta in un’area terrazzata artificialmente mediante muri a blocchi poligonali dalla tradizione venafrana sono identificati come mura ciclopiche.
Purtroppo il totale abbandono, la mancanza di rispetto della gente verso quello che oltre ad essere un punto di riferimento per la storia era un punto di ritrovo per le generazioni passate, hanno portato la piccola chiesa al crollo totale. Non si è mai pensato ad un piccolo recupero delle strutture murarie e solo debolmente l’affresco della Madonna che sovrastava l’altare continuava ad assistere, fino a pochi anni fa, impotente al declino totale di quella che è per i venafrani la Madonna della Libera e dove ci si ritrova il martedì dopo Pasqua a festeggiare la pasquetta dei venafrani.
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