Secondo appuntamento su avvenimenti del ventennio fascista nella città di Venafro. Notizie apprese da fonti dirette e
da ricerche di archivio.
…Nell’attuale delicato momento non sono ammissibili debolezze e indulgenze
A seguito della Circolare della Federazione Provinciale in data 6 ottobre 1926, il Direttorio Fascista di Venafro, riunitosi ritiene necessario richiamare l’attenzione del Podestà acciocchè “provveda con urgenza per la questione del pane stabilendo accurata sorveglianza presso le panetterie ed obbligando i rivenditori di esporre al pubblico la distinta del prezzo a cifre cubitali perché risulta che in qualche panetteria il prezzo del pane è superiore a quello stabilito.
La medesima sorveglianza venga estesa presso le macellerie. È noto che il prezzo del latte è esagerato (lire 2.50 al litro) mentre in altre città si vende a prezzo inferiore. Sempre il Podestà è invitato a fissare il prezzo del latte e che sia equo e provveda per la regolare vendita al pubblico evitando che venga a mancare la quantità sufficiente alla popolazione”.
Siano nell’anno 1926 COMMISSIONE CAROVITA Nel rispetto della circolare del 1927, sempre il Direttorio Fascista comunica che:
“deve essere istituita una Commissione che deve svolgere opera attiva presso produttori e negozianti per ottenere un ribasso del 20% sui generi. Vengono invitati i dirigenti dei sindacati per la nomina di tre persone di ogni singolo sindacato tra i quali saranno scelti i tre membri della Commissione. Alla fine propone e sceglie il Direttorio (ovviamente democraticamente ndr): Greco Nicola fu Giovanni, Pirolli Luigi membri di fiducia; Cav. Uff. Alfonso Lucenteforte e Angelo Lepore fascisti tesserati, Passarelli Nicandro del sindacato commercianti, Prospero Nicola del sindacato artigiani, Mascio Nicandro del sindacato agricoltori.
Anno 1927 LA FORMA DEL PANE Sempre daI verbale del Direttorio Fascista: i fascisti Lepore Angelo e Prospero Nicola rassegnano, nelle mani del Podestà, le proprie dimissioni da componenti al Commissione per la revisione dei prezzi. E precisamente le dimissioni di Prospero sono dovute ai seguenti motivi: “perché nessun provvedimento è stato adottato a carico del lattaio Cotugno Michele che si era rifiutato di dare ad un fascista il latte a lire 1.70, prezzo stabilito; perché non si è dato corso al provvedimento di chiusura adottato a carico dell’esercente Giannini Michele, per avere messo in vendita pane con forme diverse da quelle stabilite dal Podestà e dalla Commissione, con l’evidente scopo di venderlo a lire 1.40 invece di lire 1.30; per esser stato, con frasi allusive, offeso dall’esercente Giannini.
Il Direttorio ritenute giuste le lagnanze dei Componenti la Commissione, ritenuto di tutelarne la dignità e che nell’attuale delicato momento non sono ammissibili debolezze e indulgenze, perché si verrebbe a contraddire le tassative disposizioni impartite dal Governo decide di far voti al sig. Podestà perché energicamente reprima gli inconvenienti lamentati, esplicando azione conforme alle direttive dell’Autorità Superiore, senza mai ipotizzare delle decisioni prese con l’accordo dell’autorità politica locale, tutelando per altro la dignità dei rappresentanti del partito chiamati ad assolvere incarichi.
Le dimissioni dei due ben presto rientrano ma improvvisamente, senza avvisare nessuno, giunge la notizia dello scioglimento della Commissione per la revisione dei prezzi. Anno 1931 Da questi tre estratti dei verbali del Direttorio emerge la chiara necessità della correttezza e della trasparenza per il difficile momento che si vive.
rubrica della domenica su quotidianomolise a cura di luigi Viscione