Padre Lino parla del “fumo” nelle scuole e del basso costo delle droghe Per amore e per rabbia. Ma soprattutto per amore verso il prossimo. Qui si scrive di un frate, dell’ordine dei Minori conventuali, aggregato alla chiesa di Sant’Antonio di Padova. Non un frate qualsiasi, ma di prima linea. Un uomo di frontiera che consuma più suole di scarpe che ginocchi, un uomo speciale che sta dedicando la propria vita a Dio e ai giovani infilatisi chissà come nel tunnel della droga.
Se fate un attimo mente locale di droga i media si stanno interessando più dello smercio che dei danni che procura alla nostra società. Quasi a voler significare che ci abbiamo fatto il callo, le barriere si sono paradossalmente abbassate e quando se ne parla si fanno spallucce.
Padre Lino Iacobucci, il frate di cui si sta scrivendo, invece è un uomo ostinato che non s’arrende e continua la sua ferma battaglia per cercare di frenare, per quanto sia alla sua portata, il drammatico fenomeno. Padre Lino, 65 anni magnificamente portati, è sempre in attività. Sbaglia chi racchiude la sua attività solo alla Comunità La Valle di Toro, dove ci sono da 20 a 30 tossici impegnati a uscire dal malinconico tunnel. Si tratta di persone, perloppiù adulte, che vengono anche da altre regioni, Campania e Puglia in modo peculiare. Il frate dalla faccia pulita offre il suo contributo all’intero sistema che cerca di mettersi di traverso per arginare il fenomeno della droga. Le sue parole sono chiare, senza perifrasi: “Il momento è drammatico, gli assuntori sono sempre più giovani. Iniziano a fumare le canne anche a soli 13 anni. Ormai le scuole medie inferiori sono piene di marjuana e hascic, e come se non bastasse i ragazzi rendono ancora più micidiali il loro fumo infarcendolo di altre porcherie chimiche”.
Il fatto è serio, bisogna convenirne. Toccherebbe alle famiglie di essere più vigili. Padre Lino, cosa fanno le famiglie per controllare i loro ragazzi? “Poco e niente. Nella maggior parte dei casi nicchiano, sicure che il problema tocchi i figli degli altri e non i propri”.
Invece che dovrebbero fare? “Vigilare in modo severo. Sorvegliando i ragazzi, affrontando l’argomento, monitorando le loro frequentazioni”. A 13 anni si fuma? “Purtroppo si. E la droga che gira è sempre più micidiale. Circola inizialmente nelle scuole e poi arriva ovunque”. Che cosa spinge il giovane a drogarsi? “La novità, le cattive compagnie, e il basso costo del fumo”. Lo quantifichi. “Mentre tutto si è raddoppiato da quando c’è l’euro,la droga è rimasta ai livelli della lira. Con 5 euro un giovane può fumare a soddisfazione. Persino la cocaina è alla portata di molte tasche”. Ma il fumo dicono che non sia poi così letale? “Non è vero. E’ micidiale, specie da quando lo hanno arricchito di altre sostanze allucinogene e non”. Che consiglio si sente di dare alle famiglie? “Di essere dure. Molto dure. Solo in questo modo potranno salvare i loro ragazzi. L’unico rimedio è la tolleranza zero”.