Mentre il sindaco di Agnone, giustamente preoccupato per i suoi concittadini, aveva tutto il tempo per fare la voce grossa e ottenere che ASREM modificasse la sua originaria decisione di demedicalizzare il suo pronto soccorso, con ciò rendendo necessario il taglio altrove, quindi, alla fine, su Venafro, il sindaco di Venafro, invece, (siamo tristemente con lui solidali nello sconcerto), rimaneva all’oscuro di tutto.
Il suo buon cuore, da sempre in costante apprensione e ascolto verso la cittadinanza che rappresenta in toto, veniva improvvisamente trafitto dalla drastica decisione di ASREM, che gli veniva comunicata senza alcun preavviso, da ultimo, come spesso accade in questi casi (non so se ricordate gli anziani trasportati di notte nel nosocomio del santissimo Rosario in piena pandemia) tra la scorsa notte inoltrata e questa primissima mattinata.
Però, per fortuna -guarda il caso, di tanto in tanto pure incredibilmente favorevole- giusto in tempo per l’udienza di discussione del ricorso pendente dinanzi al TAR Molise, proposto dallo stesso Comune di Venafro contro ASREM.
Ma quale fortunata occasione se non quella di proporre in questa stessa sede un nuovo ricorso. Certo, ovviamente scritto e confezionato al momento.
Ed ecco svolgersi la solita liturgia; lo stesso cuor di leone ordinava alla sua armata che provvedesse con urgenza ed operasse alacremente: “Armatevi legali e partite a difesa del popolo Venafrano!”
E certo…. Loro!
Forse il nostro gentil sindaco, cuor di leone, non ha ben compreso nella sua lunga esperienza in amministrazione (ben 10 anni!!!!) che le battaglie si combattono in prima persona, frontalmente, con gli strumenti dell’Amministrazione, perché altrimenti non occorrerebbero primi cittadini, ma basterebbe un ufficio legale a disposizione del cittadino.
Del resto la forza politico amministrativa del sindaco di Agnone disvela che margini di dialogo e di risultato ci sono con ASREM.
Allora delle due l’una: o c’è incapacità o c’è mala fede.
E i venafrani soffrono, perché perdono un ulteriore servizio, che ha a che fare con il primo dei diritti che una buona amministrazione deve in via primaria tutelare.