Lo sforamento del Patto di stabilità ipoteca il futur o dell’amministrazione“Chi andrà a gestire la cosa pubblica, si troverà in grosse difficoltà alla luce dello sforamento del patto di stabilità per oltre 1 milione e 500 mila euro, come certificato dagli organi competenti”. E’ quanto affermano tanti addetti ai lavori nel commentare i dati che giungono dalla sede municipale circa la compilazione del bilancio di previsione.
Questa volta a firmare tutta la parte contabile sarà il Commissario Straordinario Erminia Ocello che, secondo indiscrezioni, non avrebbe intenzione di aumentare le tasse e quindi mettere le mani nelle tasche dei cittadini, per far quadrare i conti. Ma la situazione finanziaria del comune presenta non poche criticità e coni d’ombra. A pesare come un macigno sul bilancio il deficit strutturale e mancato rispetto del patto di stabilità nell’ordine di 1 milione e 600 mila euro, anno 2010 e 2011.
La situazione economicofinanziaria dell’Ente mette in evidenza, in maniera inequivocabile, gli errori commessi dalle amministrazioni degli ultimi anni. Basta pensare alle vicende relative alla gestione del sistema integrato delle acque di inizio anni duemila affidata alla Neptun. Gestione che ha creato, di fatto, un buco di oltre 4 milioni di euro con Molise Acque.
I debiti accumulati in questi ultimi anni, dovranno essere azzerati,nei prossimi tre anni così come prevede la legge, con una drastica riduzione delle spese. Questo vuol dire che, nei prossimi tre anni, le entrate accertate dovranno superare le spese impegnate di oltre 1 milione e 600 mila euro all’anno.
Intanto sulla scrivania delle due Commissarie Ocello e Ferri arrivano, veramente in quantità industriale, ingiunzione di pagamento e tante richieste di ditte, professionisti che reclamano crediti oramai datati. Difficile, in un contesto del genere, riuscire a risanare senza aumentare le tasse.
Un’impresa quasi impossibile per la Ocello che sta mettendo in campo una sorta di finanziaria interna che punta al taglio di tutte le spese inutili per puntare al contenimento della spesa pubblica. Si rischia di non avere i soldi neanche per l’ordinaria manutenzione delle strade, delle scuole e delle altre strutture necessarie a garantire la vivibilità della città.
E l’aver sforato il patto di stabilità significa che l’Ente, dichiarato ente strutturalmente deficitario, sarà soggetto da quest’anno e per i prossimi tre anni, al controllo ministeriale sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni del personale, nonché una serie di vincoli sulla copertura dei servizi a domanda individuale che potrebbero portare ad un aumento dei costi dei servizi a carico dei cittadini.
Il non rispetto del patto di stabilità, poi, determina l’applicazione di ulteriori restrizioni, tra cui anche dei limiti agli impegni per le spese correnti e l’impossibilità di ricorrere a mutui per finanziare nuove opere pubbliche.
Certo, quanto certificato oggi dalle due Commissarie, è frutto certamente non solo degli ultimi anni e quindi le cause vanno ricercate in un lasso di tempo molto più ampio. Sta di fatto che il futuro della città appare ipotecato e chi andrà ad occupare la poltrona più ambita del consiglio comunale, non avrà vita facile e dovrà inevitabilmente chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, per garantire almeno i servizi minimi.