Era il 31 ottobre 2002 e in Molise la terra tremò a lungo, per una scossa di terremoto di magnitudo 6.0, alle 11:32, rimasero sotto le macerie 27 bambini e la loro maestra.
Fu quel triste avvenimento a focalizzare l’attenzione di tutti sulla sicurezza nelle nostre scuole e fu da allora che la Scuola Materna Montessori, in Via Acquedotto a Venafro, allora appena ristrutturata, rimase privata di quella folla di bimbi che col loro vociare e le loro divise colorate, per anni e generazioni, avevano giocato e appreso tra quelle pareti e animato quel giardino di margherite fiorite .
Da allora quel posto è rimasto preda di nuove generazioni di vandali moderni che in quegli stessi locali hanno sfogato, negli anni, tutta la loro rabbia e il loro disagio, nelle scritte e nei vetri frantumati.
I nostri figli trasferiti in container o prefabbricati.
Dopo 18 anni è triste guardare allo spettacolo di degrado e abbandono in cui la scuola ancora versa, fa male al cuore, soprattutto a quelli che come me, in quella struttura hanno trascorso momenti felici della loro infanzia e poi ci hanno anche accompagnato i loro bimbi.
Forse fa più male, osservare come, in tutti questi anni, sia stata davvero scarsa l’attenzione che è stata rivolta a questa struttura in abbandono.
Nessuna idea di rilancio o di recupero per rivitalizzare quel giardino, magari attraverso la realizzazione di attività ludico-sportive, laboratori ludico-didattici, centri sociali e/o eventi aggregativi, in un’ottica di inclusione, o di far rivivere quelle grandi ed assolate aule, magari per realizzare mostre artistiche, caffè filosofici, pièces teatrali, sale di proiezione o altro, per far brillare uno spazio in degrado, restituendolo ai cittadini, per una migliore qualità della vita del nostro centro storico cittadino.
Chissà cosa avrebbe pensato di tanta incuria e inciviltà, la grande Maria Montessori, figura di straordinaria umanità, sensibile verso le ingiustizie delle classi più povere e disagiate, scienziata e intellettuale dalla vita pienissima, madre di un pensiero pedagogico senza tempo e di una avventura internazionale diventata eredità per generazioni di insegnanti ed educatori di tutto il mondo.
Ringraziamo il lettore B. per il contributo dato ai Venafrani