Si va stringendo il cerchio sui presunti reati elettorali commessi in occasione delle scorse elezioni regionali. In un caso (ma non sarebbe l’unico) si tratta di un big. Le accuse riguarderebbero la falsa sottoscrizione delle liste elettorali, acquisite senza l’effettiva acquisizione delle firme dei presentatari e con l’aggravante di aver utilizzato uffici pubblici di cui si aveva disponibilità.
Si sa solo che si tratta di un pezzo grosso ma non si hanno ulteriori elementi rispetto alla sua collocazione partitica, politica o di schieramento. In un altro caso, che coinvolge un ente di natura associativa e forse anche un patronato, le cose sarebbero invece molto più chiare e delineate. In questo caso ad un esposto alla Procura competente si accompagnerebbe una specie di class action nei confronti dei responsabili dell’ente associativo. Si tratta in questo caso di un pesce piccolo, un vecchio arnese della politica in disarmo. Lo scandalo potrebbe essere grande per quello che è successo all’interno dell’ente associativo e per la fitta rete di connivenze e compiacenze su cui l’operazione, senza successo, ha potuto contare. In pratica la campagna elettorale, secondo i sottoscrittori della denuncia, sarebbe stata fatta utilizzando mezzi, strutture, personale e danaro dell’ente associativo e di sue articolazioni ( e forse tra queste anche un patronato). Ci sarebbero anche delle lettere a riprova di tutto questo e comunque evidenze documentali e testimoniali sufficienti per approfondire tutto quanto accaduto durante la campagna elettorale. Inoltre i ricorrenti sarebbero intenzionati a chiamare in ballo, oltre che la Procura e la Commissione di garanzia elettorale anche la Regione Molise in quanto avrebbe concesso contributi pubblici (non si sa bene in quale forma) ad una delle articolazioni associative utilizzate per la campagna elettorale. Insomma uan cosa è sicura: nei prossimi tempi ne vedremo davvero delle belle.
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