Sul filo di lana, e dopo un lungo e duro lavoro da parte degli uffici, il sindaco Antonio Sorbo ieri ha potuto inviare il corposo dossier sul Piano decennale di riequilibrio dei conti richiesto dal Ministero dell’Interno. L’amministrazione comunale ha effettuato una scommessa: in dieci anni, solo con risorse proprie Palazzo Cimorelli riuscirà a rientrare dal debito di circa quattro milioni di euro (gran parte con la Molise Acque). Il Piano inviato dal Comune è stato però ritenuto carente dal dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Viminale che a fine gennaio ha chiesto quindi ben 17 chiarimenti e integrazioni. Ieri è stato così spedito il dossier, centinaia e centinaia di pagine, per convincere il consulente per il risanamento degli enti dissestati che lo strumento individuato ed adottato dal Consiglio comunale – seppur tra vari distinguo e polemiche all’interno della maggioranza e della stessa giunta – sia quello giusto per tirare il Municipio fuori dai guai e scongiurarne il dissesto. Il sindaco Antonio Sorbo ha quindi dato riscontro (al momento solo formale perché quello sostanziale sarà esaminato dal Ministero e dalla Corte dei Conti) alle richieste del Viminale limitandosi in realtà a “rimettere” i chiarimenti offerti dal settore Finanze e tributi, dall’ufficio Avvocatura comunale e dal segretario generale in qualità di responsabile ad interim del settore Affari generali. Insomma, apparentemente una questione burocratica ma che invece resta piuttosto politica. La scelta è stata fatta dal Consiglio comunale. Ora gli uffici si sono limitati a dare conto al sindaco, che ha girato tutto al Ministero, dei chiarimenti richiesti. Il capo dell’amministrazione ha quindi risposto punto per punto ai 17 rilievi. Ad una prima lettura – impressionante la mole di documentazione – però, secondo i bene informati, non tutti i punti potranno essere ritenuti dagli esperti dell’Interno come pienamente “soddisfatti”. Ad esempio, sembrano restare le difficoltà di riscossione delle entrate sottolineate dal Viminale. Il Comune farà sapere che dei 339mila euro (di cui: 145mila euro per violazioni al Codice della Strada, 156mila per Ici e 36mila per Tarsu) delle liste coattive emesse a dicembre al momento sono stati incassati soltanto 12mila euro. Poi, il sindaco ed il settore Finanze e tributi hanno scritto al punto 6 che “il debito (Molise Acque, ndr) sarà contabilizzato ed estinto nell’intervallo temporale di durata del Piano (dieci anni, ndr) poiché, per carenza di risorse finanziarie, non è stato possibile adottare i provvedimenti di riduzione del periodo di dilazione del debito nei limiti di quanto previsto dall’articolo 194 del Testo unico degli enti locali”. In merito al contenzioso ‘monstre’ del Comune, l’Avvocatura comunale ha elencato uno per uno tutti i procedimenti ma, “in relazione al punto in cui si chiede (si fa riferimento al Ministero, ndr) di dimostrare, attraverso la produzione di accordi transattivi sottoscritti tra le parti, l’adesione dei creditori alla proposta di rateizzazione del debito, la scrivente rappresenta che presso questo Ufficio non sono presenti accordi di questo genere”. Altro punto delicato è la “revisione della spesa”: la segretaria generale Anna Cascardi in questo caso comunica che “per l’impiantistica sportiva è stata già esperita una prima procedura di gara per l’affidamento della gestione della palestra polivalente con esito negativo; a riguardo, comunque, compatibilmente con i tanti oneri istituzionali tutti necessitanti attenzione ed impegno, si procederà ad indire nuova procedura di gara”. Per lo stesso capitolo, quindi è stato riferito dell’avvio dell’iter per la redazione di un piano che porterà al nuovo appalto per la gestione della pubblica illuminazione e il progetto preliminare degli “interventi finalizzati al miglioramento della conoscenza del sistema idrico comunale”. Infine, anche il punto 17 appare delicato in quanto il settore Finanze e tributi si è visto costretto a riferire come “ad oggi nessun provvedimento di alienazione è stato assunto; tuttavia è in corso l’adozione dei provvedimenti inerenti la vendita che si inoltreranno non appena assunti”. “Pezza peggiore dello strappo”. Alfonso Cantone, tra i primi a leggere l’intero dossier, fa subito sapere che “la pezza è peggiore dello strappo. Basta poco per capire che faremo una figura meschina. O ci sono o ci fanno, non vedo alternative!”. Insomma, per il capogruppo d’opposizione “dalla documentazione è chiaro che c’è uno scollamento tra la parte politica e gli uffici, ormai siamo al ‘si salvi chi può’. Da un lato la maggioranza che cerca di far ricadere la colpa sugli uffici, dall’altra gli uffici che fanno i Ponzio Pilato”. Cantone analizzando e smontando punto per punto il dossier di chiarimenti, uscendo dal tecnico commenta: “Risponde o rispondono – non si è capito bene visto che nessuno si assume la responsabilità – ancora una volta con proclami, con i ‘faremo’. Che dire? Una approssimazione che crea imbarazzo alla città. Penso all’assessore Ottaviano che da solo plaude alla sua azione di governo ma non si rende conto che ormai è alla frutta. Inoltre, mi piacerebbe sapere quanti componenti della maggioranza hanno non dico partecipato alla stesura dei chiarimenti ma quantomeno letto il dossier… Io dico passi per sindaco e Ottaviano, ma come ha potuto dare l’avallo un esperto della materia come Carlo Potena? Venafro è allo sbando, ma tanto tra poco arriverà la primavera e poi l’estate, quindi processioni feste e sagre, e tutti saranno contenti. Che Dio ci salvi…”.
Fonte: Primo Piano Molise