Nota presa dal gruppo di Antonio Sorbo “Proviamo a cambiare anche a Venafro?” di facebook……Leggete cosa è successo in provincia oggi per quanto riguarda il piano di dimensionamento scolastico!!!
Vi racconto l’ultimo schiaffo dato a Venafro poche ore fa e lo faccio raccontandovi la mia giornata, anche per rispondere all’imbecille che ha detto che io me ne sto “comodamente a Campobasso”.
Alle 8 sono entrato in classe, come ogni mattina al Magistrale di Isernia. Ho finito a mezzogiorno dopo 4 ore di lezione e sono andato in provincia dove era convocata la I Commissione, di cui sono vicepresidente, che doveva esaminare due progetti di efficientamento energetico e di produzione di energia da fotovoltaico relativi a tutti gli edifici scolastici di competenza della Provincia. Un progetto è stato presentato direttamente dalla Provincia, in partnership con la Camera di Commercio nell’ambito del bando POR-Fesr 2007/2013, l’altro da un soggetto privato che, per poter partire, ha bisogno della dichiarazione di “interesse pubblico” da parte della provincia. Sono due idee progettuali “doppione” e si è cercato di verificare oggi la possibilità di integrazione dei due progetti oppure la necessità di rinunciare ad uno per puntare sull’altro. Non vi annoio sulle conclusioni che nei prossimi giorni saranno trasmesse insieme al verbale alla struttura e all’assessore competente. Magari ne parleremo un’altra volta. Ho finito intorno alle 14. Alle 15,30 nella sala consiliare della Provincia era convocata la conferenza dei sindaci per l’approvazione del nuovo piano di dimensionamento scolastico provinciale. Mi sono procurato le carte ed ho visto che qualcosa non andava per Venafro. Così ho deciso di rimanere ad Isernia e di mangiare un panino. NOn avrei fatto in tempo a tornare a Venafro, pranzare, rimettermi in macchina e tornare ad Isernia. Premetto che io, pur essendo vicepresidente deiia I Commissione che ha competenza in materia di pubblica istruzione, non avrei avuto titolo a partecipare alla conferenza dei sindaci a cui partecipano, appunto, i sindaci o loro delegati che hanno diritto di parola e di voto, l’assessore provinciale competente e il provveditore scolastico. Però mi sono “infilato”. La riunione è iniziata praticamente in orario. C’erano una trentina di sindaci, mancava naturalmente quello di Venafro o un suo delegato. Dopo una breve discussione si stava per passare al voto della proposta. E se fosse passata così com’era per Venafro sarebbe stato un disastro. E vi spiegherò tra poco perché. Visto che non c’era il rappresentante del Comune di Venafro ho chiesto la parola e, pur non avendo titolo a parlare, mi è stata concessa perché quasi tutti i sindaci presenti mi rispettano, sono amici e persone ragionevoli. Ho fatto presente che se fosse passata la proposta così come formulata dalla giunta provinciale, Venafro non avrebbe avuto alcuna dirigenza scolastica. Cioè il secondo comune della provincia non avrebbe avuto alcuna presidenza. Perché? Semplice. La proposta prevedeva un Istituto Comprensivo “Leopoldo Pilla” a Venafro, con l’accorpamento di Sesto Campano, per un totale di 595 alunni e un istituto comprensivo di Pozzilli con 945 alunni di cui 727 di Venafro. Pertanto Venafro non avrebbe avuto alcuna dirigenza. Una, quella dell’istituto comprensivo “Don Giulio Testa” era stata fatta sparire e spostata a Pozzilli. Per quanto riguarda il “PIlla” nemmeno qui ci sarebbe stato un preside, in quanto la legge prevede che nelle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 600 unità (comuni non montani) non possono essere assegnati dirigenti scolastici con l’incarico a tempo intederminato e tali istituzioni “sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome”. Il “Pilla” aveva 595 alunni, quindi sotto la soglia dei 600 e sarebbe finito sotto la dirigenza del preside di Pozzilli. Ho fatto presente questo paradosso e devo dire che si è acceso un dibattito nel quale molti sindaci, soprattutto quelli dell’altissimo Molise, mi hanno dato ragione. Ma tutti mi hanno chiesto cosa ne pensasse l’amministrazione comunale di Venafro. E io non potevo rispondere, perché non c’era nessuno presente a rappresentare l’amministrazione comunale. Dopo circa due ore è arrivata finalmente Chiara Capobianco che si è trovata catapultata nel bel mezzo di questa discussione cadendo dalle nuvole. Le ho spiegato cosa stava accadendo e le ho chiesto di formulare una controproposta, che io avevo già formulato in Commissione a fine gennaio, così articolata: un istituto comprensivo costituito dalle scuole di Pozzilli, Filignano, Montaquila e Monteroduni con presidenza a Pozzilli; un istituto comprensivo “Pilla” con spostamento di parte della scuola dell’infanzia del primo circolo (138 alunni) dal “Don Giulio Testa” al “Pilla” appunto e spostamento di 62 alunni della scuola primaria dal “Pilla” al “Don Giulio Testa”. Così il “Pilla”, con Sesto Campano e Ceppagna, avrebbe avuto 671 alunni, il “Don Giulio Testa” da solo 651 alunni e l’istituto comprensivo Pozzilli-Filignano-Monteroduni-Montaquila 620 alunni. In questo modo avremmo salvato le due dirigenze a Venafro e forse anche quella di Pozzilli (che doveva vedersela con Monteroduni). La povera Chiara Capobianco, visibilmente provata, ha tentato di far passare l’emendamento – io purtroppo non avevo titolo a proporlo – ma l’ostruzionismo del sindaco di Monteroduni, che ha saputo difendere (come quelli di Cerro, di Sant’Agapito, di Carpinone ecc.) le proprie ragioni e l’impuntatura dell’assessore competente Antonio Tedeschi non hanno fatto passare l’emendamento. Quando si è passati alla votazione del piano così come proposto dall’assessore (con la “cancellazione” delle dirigenze a Venafro), il sindaco di Rionero Sannitico, Carmosino, ha proposto di variare il piano prevedendo lo spotamento di 138 alunni di Venafro dall’Istituto comprensivo di Pozzilli al “Pilla” di Venafro in modo da consentire a quest’ultimo di superare la soglia dei 600 alunni. Il piano è passato con 17 voti favorevoli, 5 astenuti e 2 contrari (il rappresentante di Colli al Volturno e Chiara Capobianco, io purtroppo non avevo diritto di voto). In questo modo Venafro, che con Sesto Campano ha 1.322 alunni e potrebbe da sola reggere due dirigenze autonome, non solo ne ha perso una (“Don GIulio Testa”), ma ha rischiato di perdere anche la seconda, il “Pilla”. Per una fortunata coincidenza (per la verità non proprio una coincidenza, visto che mi sono trattenuto ad Isernia appositamente) mi sono trovato io presente alla seduta, altrimenti dopo mezz’ora il piano sarebbe stato approvato e Venafro avrebbe perso tutte le dirigenze. Questo merito, scusatemi, me lo voglio prendere. Sono rimasto a Isernia senza mangiare, senza percepire nemmeno un euro (perché non mi spetta nessun gettone di presenza), impegnato a battagliare per tre ore per difendere Venafro mentre il sindaco di Venafro se ne stava comodamente non so dove, forse a fare la sua corsetta pomeridiana sul Lungorava. E mi ha fatto una certa impressione vedere tanti sindaci di piccoli comuni che percepiscono si è no 200 euro di indennità mensile stare lì tre ore a difendere il loro paese e notare l’assenza del sindaco di Venafro, che prende più di dieci volte tanto, e, per circa due ore, l’assenza anche di uno straccio di rappresentante dell’Amministrazione comunale. La responsabilità di quanto accaduto è sia dell’Amministrazione provinciale, che ha scippato Venafro di una dirigenza nonostante la mia battaglia in commissione con una proposta alternativa, sia dell’Amministrazione comunale di Venafro che si è fatta trovare totalmente impreparata a questo appuntamento. Gli altri sindaci avevano già preso accordi tra di loro, gli amministratori di Venafro invece hanno dormito sonni tranquilli. Quando è arrivata la delegata di Cotugno, con notevole ritardo, la frittata era già fatta e se non fosse stato per me – lo dico senza voler apparire presuntuoso, ma c’erano tanti testimoni che possono confermarlo (e spero che Chiara Capobianco abbia l’onestà intellettuale di dire come sono andate le cose) – le cose sarebbero andate ancora peggio. Ora il sindaco vuole fare ricorso al Tar. Si dice a Venafro: ropp arrubbat l’port r’fierr… Oggi – ve lo confesso con sincerità – come venafrano mi sono sentito mortificato e ringrazio il sindaco di Carovilli Cinocca e quello di Vastogirardi, Apollonio ed altri, da me sollecitati, che hanno condiviso la mia impostazione ed han
no difeso Venafro. La mia proposta, purtroppo, non è passata per l’opposizione dei sindaci di Monteroduni, Montaquila ed altri e per volontà dell’assessore competente. Un altro schiaffo a Venafro. Dato in pieno volto mentre qualcuno se ne stava “comodamente” a fare i fatti suoi. A Venafro, naturalmente… Io ho lasciato la Provincia amareggiato alle 19 circa. Sono tornato a casa e sono qui a scrivervi cosa è accaduto. Domani alle 8 sarò di nuovo in classe. Mi aspetta una lezione su Alfieri…