“Ci vuole qualcosa di inedito, altrimenti noi ce la suoniamo e noi ce la cantiamo”: l’altra sera nel corso dell’assemblea programmatica di Città Nuova, qualcuno intervenendo dalla platea ha impreziosito la discussione con diversi spunti veramente interessanti. Certo, ci vuole qualcosa di veramente inedito per risollevare le sorti di una città continuamente mortificata da una classe dirigente che l’ha governata male. E lo sfascio sociale, culturale, morale prima che politico, è sotto gli occhi di tutti. La quarta città del Molise oggi appare solo una frazione del piccolo Molise. Proprio così. Altro che porta del Molise.
Chi andrà a governare dopo il voto del popolo venafrano, beh dovrà raccomandarsi ai santi Martiri per evitare il dissesto finanziario. E aumentare ulteriormente la pressione fiscale a carico dei più deboli. Tante le storture confezionate negli anni sulle spalle della povera gente.
Non c’è solo il caso Neptun che ha provocato un buco di oltre 4 milioni nei conti del comune. Pensate il Comune di Venafro pagherà un mutuo salatissimo fino al 2020( sì avete capito bene!) per l’ex Coopconserve, struttura abbandonata che doveva servire a progetti faraonici, presentati così all’epoca dei fatti per giustificare l’esposizione debitoria del Comune. Oggi tutti i nodi sono venuti al pettine, non si può più amministrare la città come se il tempo si fosse fermato da queste parti alla Prima Repubblica. Ci vuole qualcosa di veramente inedito sì, a cominciare dai volti.
In giro invece si vedono agitare i soliti noti, che pensano di avere il diritto a scendere in campo perché “portatori di voti”. Ci vuole soprattutto gente che ha disponibilità e che dovrà fare il sindaco della città a tempo pieno. Ci vogliono amministratori in grado di inaugurare un nuovo paradigma culturale per salvare la città di Venafro dal baratro.
Proprio così. Puntando decisamente sulla cultura, i giovani, la scuola, il commercio, l’industria pulita, energie alternative, garantendo pari opportunità a tutti e, soprattutto, trasformando la città a misura d’uomo e a misura delle fasce più deboli.
E’ una vergogna, ad esempio, che il Palazzo della città viene preso a esempio per le barriere architettoniche. La civiltà di una città si misura soprattutto da queste cose.
Le forze sane della città devono scendere in campo, se veramente si vuole far fare un decisivo salto di qualità al dibattito politico cittadino in vista delle prossime, decisive, scadenze elettorali che segneranno, inevitabilmente, il futuro di Venafro per i prossimi dieci anni.
fonte: quotidianomolise