Un dirigente amministrativo Asrem, con in tasca una laurea in Scienze Politiche (dottoressa Oriunno) che sostanzialmente decide in materia oncologica a chi prescrivere cure di radioterapia al Gemelli e in che misura. O magari niente del tutto. Un burocrate che detta al medico l’agenda medica. Non fossimo nel tragico perimetro della salute (quindi niente scherzi) è un pò come dire che il magazziniere di una squadra di calcio fa la formazione.
È questa la parte più sconcertante emersa nel corso di una conferenza stampa con lo stato maggiore del Gemelli Molise, Petracca in testa.
Ial presidente del CdA della struttura di contrada Tappino, insieme con l’avvocato Verile e il dottor Diodato, ha spiegato gli effetti terapeutici delle prescrizioni tolte al Gemelli e affidate al reparto di Oncologia del Cardarelli. 《Stiamo operando fuori legge, ma nell’interesse del paziente》 dice.
《Stiamo seguendo ogni paziente, anche se le cure non sono state autorizzate, perché lo curiamo secondo scienza. Per quanto riguarda il piano di cura in materia di Radioterapia, per esempio su 23 schermature richieste da noi al Cardarelli ce ne hanno autorizzate due, ma noi comunque ne abbiamo fatte 23 perché necessarie. Stiamo operando fuori legge, ma nell’interesse del paziente. O si interviene subito o a fine mese non potremmo più prendere in carica altri pazienti》. Il presidente del Consiglio di Amministrazione del Gemelli Molise S.p.A., Stefano Petracca, lancia un grido di allarme 《e non di allarmismo – tiene a precisare – e al di là della questione economica che sarà trattata in altra sede》 sull’efficacia delle cure ai pazienti 《rispetto al Dca numero 1 (Il decreto del commissario ad acta per la sanità dello scorso 20 gennaio che non permette più al Gemelli Molise di avviare le cure senza le prescrizioni firmate dal reparto di Oncologia del Cardarelli, ndr) che, di fatto, ci autorizza ad uccidere i nostri pazienti. Questo non è accettabile e faccio fatica persino a rimanere calmo – prosegue con la voce segnata dall’emozione del momento –, ma mi rivolgo a tutti i soggetti coinvolti affinché si assumano le loro responsabilità, da Roma in Molise, e approfitto per lanciare un appello al ministro della Salute, Orazio Schillaci, che so essere persona molto sensibile su queste tematiche, ad intervenire immediatamente perché non c’è più tempo e dal tempo dipende la vita dei nostri pazienti》.
Dal giorno dell’applicazione del Dca, ovvero 《dal 6 febbraio a oggi, su 140 Pec inviate, ne sono state autorizzate dal Cardarelli solo 31 – racconta il professor Diodato – perché lavorano solo il martedì o il venerdì dalle 9 alle 13. Delle 31 autorizzate, poi, sono state necessarie 293 impegnative di cui 157 sbagliate perché avevano un codice di esenzione errato. Non posso pensare che sia per incompetenza, quanto piuttosto per affanno vedendosene arrivare così tante》.
Ci va giù ancora più duro l’avvocato della struttura di contrada Tappino, Fabio Verile: 《Posso dire, al di là di ogni dubbio, che la condotta rappresentata integra sicuramente il delitto di falso e vi sono gravissimi reati contro la persona, anche nella forma del tentativo. Dopo aver verificato che somministrare schermature in misura inferiore rispetto a quelle prescritte dal punto di vista scientifico vanifica le cure, ovvero aggrava la posizione del malato oncologico》.
Di contro, 《l’oncologo che non ha le competenze – ha aggiunto il legale – non visita il paziente e prescrive un’indicazione terapeutica imposta dalla dottoressa Oriunno, un ispettore dell’Asrem laureata in Scienze Politiche. Se non ci fossero persone coscienziose in questa struttura, i cittadini molisani dovrebbero affidare le loro cure ad una persona laureata in Scienze Politiche che non visita il paziente ed impone ad un medico oncologo, circostanza gravissima, che fa sparire la cura e dice ‘uno, due…’. Per quale motivo lo fa?
Non lo sappiamo. Forse perché glielo dice qualcuno?
Ma questa non è una condotta che un medico può porre in essere. Noi stiamo continuiamo a lavorare secondo i nostri protocolli ignorando quello che ci scrivono e assumendoci delle responsabilità. Questa situazione la dobbiamo risolvere. Tutte le autorità, nell’interesse della salute dei cittadini, devono intervenire immediatamente. Dal dottor Giglio (l’oncologo del Cardarelli, ndr) a salire》.