Carta vince, carta perde. E l’imbonitore ti alletta e poi ti toglie tutto, ma senza fartene accorgere. A tarda notte i Consiglieri regionali del Molise hanno approvato una delibera “col trucco” si chiama “decreto tagli” ma non taglia niente, perché i rappresentanti dei molisani continueranno a portare a casa dagli 11.000 ai 15.000 euro a testa. E i molisani dovranno lavorare duramente per pagare questa vergogna, mentre i due del M5S rinunciano a 10.000 euro ognuno da febbraio. Si accontentano di 2.500 euro al mese!Carta vince, carta perde. Ve li ricordate gli annunci dei referendum per rimbambire la gente? Non vuoi il Nucleare? Devi scrivere “sì”. Vuoi eliminare i finanziamenti ai partiti? Devi mettere la crocetta sul “no”. Insomma, ilPaese dell’Incontrario, con leassociazioni di categoria e i varistake holders a rimboccarsi le maniche per far capire ai cittadini che per manifestare
la propria opinione dovevanobarrare la casella che apparentemente diceva il contrario. Ogni volta si sudano le classiche sette-camicie, ma alla fine gli italiani scelgono con oculatezza. Salvo poi far rispettare la volontà degli elettori. Il che è tutto dire, a cominciare dalfinanziamento ai partiti.
Oggi il “
Paese dell’Incontrario” si trova all’incrocio tra
Lazio, Campania, Abruzzo e Puglia. Si chiama Molise e ha sede presso il Consiglio Regionale, in via IV Novembre. In quella sede, infatti, hanno approvato a tarda notte una delibera che parla di “tagli” e di
adeguamento della spesa per il funzionamento della Regione Molise alle disposizioni del decreto 174/2012.
Parole, parole, parole….recitava una vecchia, bellissima
canzonecomposta da Gianni Ferrio, con testo di Leo Chiosso e Giancarlo Del Re, che è stato uno dei
grandi successi di Mina.
Parole, esatto, perché di
tagli non ne sono stati fatti, se non degli
spiccioli. I consiglieri regionali, nella
delibera votata da tutto il centrosinistra, hanno
rinunciato alle briciole, quelle che nel ricco portafogli danno quasi fastidio.
Tra indennità e rimborsi i consiglieri porteranno a casacomunque
11mila euro lordi al mese. E pensare che
in Molise c’è gente cassintegrata, licenziata, senza lavoro, famiglie che faticano ada arrivare a fine mese,
lavoratori senza stipendio da mesi,
giovani costretti ad emigrare. I consiglieri regionali
proprio non ce l’hanno fatta a mettere la mano al portafoglio e a rinunciare a qualcosa più degli spiccioli, anche solo in maniera simbolica, sostenendo i due giovani, volenterosi, valorosi rappresentanti del
M5S, Antonio Federico e Patrizia Manzo che
da febbraio si accontentano di 2500 euro al mese, rinunciato a circa 10.000 euro al mese ciascuno. I due grillini hanno presentato
ben 17 emendamenti su 33 totali, ma nessuno, tranne uno riguardante i diritti acquisiti,
è stato accolto in assise. E così
Federico e la Manzo si sono astenuti, assieme ai consiglieri del centrodestra.A
tarda notte, dunque, contando sul
sonno e sulla stanchezza, col solo voto del centrosinistra, la
proposta di legge regionale numero 19 del Governatore Frattura e del presidente del Consiglio Niro sui
tagli ai costi della politica che recepisce(recepisce?) la norma nazionale contenuta nel
decreto 174, è stata approvata. Quali saranno le conseguenze di tale atto? E’ presto detto.
L’espediente – perché di questo in definitiva si tratta, visto che
in febbraio lo stipendiodi ogni consigliere era stato
aumentato di mille euro, come aveva denunciato Antonio Federico (prima metto e poi tolgo, tanto per capirci) – serve
a garantire ad ogni abitante di Palazzo Moffa
quasi 11mila euro (lordi), mettendo assieme le varie voci che compongono il trattamento economico (
indennità di funzione, di carica e rimborso spese di esercizio del mandato) con il
bonus dell’ex articolo 7 (quello da quasi 2500 euro non rendicontabili).
Il dibattito si è sviluppato in una certa misura sul
fondo per i portaborse che potrebbe essere
incompatibile con quanto disposto dal decreto “taglia privilegi”. In questo caso la delibera votata dalla maggioranza di centro-sinistra cadrebbe. Ma il
governatore Frattura ha proposto un ordine del giorno teso ad attivare
un’istruttoria da parte dell’ufficio legale della Regionecirca
l’articolo 7 e in definitiva su una questione di “termini”. Ancora parole, dunque, come la canzone di Mina. I
rimborsi non rientrerebbero nelle indennità. Quisquilie lessicologiche che fanno aumentare lo stipendio mensile e gonfiano i conti in banca. Si potrebbero vincolare queste somme alla contattualizzazione dei portaborse, ma poi i consiglieri non le potrebbero
intascare senza nemmeno
dover spiegare perché, esattamente
come avviene oggi e continuerà ad accadere in futuro.
Stessa cosa accade in Parlamento. Anche qui
schiere di giovani e meno giovani, allettati dalla sede di Palazzo Marino e dalle
promesse del politico di turno e dai proclami in campagna elettorale, sono spesso
sottopagati dagli “onorevoli” che intascano la maggior parte dei
rimborsi loro destinati, dato che
il 50% dell’importo non ha l’obbligo di essere rendicontato. In aula
il presidente Frattura ha ribadito che “i costi della Regione Molise sono già al di sotto dei parametri fissati dal decreto 174/2012, convertito in legge. Evitiamo il facile populismo. Tagliando gli sprechi, le spese inutili, eliminando gli sperperi, già in questa prima fase di governo, conti alla mano, abbiamo portato economie al bilancio regionale per diversi milioni di euro. Ora, se a questi risparmi sommiamo i circa 860mila euro di economie per quanto riguarda i gruppi e i 900mila euro per quanto riguarda il costo dei consiglieri regionali, è evidente che anche sotto questo aspetto stiamo facendo il nostro dovere”.
fonte:
http://www.unmondoditaliani.com/