I dirigenti dell’istituto: vantiamo crediti dalle regioni Campania e LazioGiornata tesissima ieri pomeriggio davanti ai cancelli dell’Istituto Carsic di Venafro. Confronto tra una rappresentanza dei lavoratori i i vertici della casa di cura per persone disabili.
La protesta non è affatto rientrata anche perché la proprietà ha per così dire rappresentato la realtà con il linguaggio della verità.
A parlare al Quotidiano è l’avvocato Esposito, Amministratore unico dell’Istituto Carsic.” Ho rappresentato ai lavoratori lo stato dell’arte della nostra situazione. Non possiamo reggere gli attuali livelli occupazionali se non verrà adeguata la retta.
Lo stiamo chiediamo a chi di dovere da tempo, e le risposte che giungono sono solo promesse. O hanno già tagliato, dalla mattina alla sera, 25 posti letto. Rdotto quindi il badget, come possiamo andare avanti con questi tagli? Le rette sono ferme al 2005.
Vantiamo crediti dalle regioni Campania e Lazio, perché qui il Molise ha il 50 %dei malati e quindi l’accreditamento su questo tetto.” Avvocato Esposito, ma ai lavoratori cosa avete detto? Quali assicurazioni vi sentite di dare in questo momento? “Con loro siamo stati chiari.
Una decina di giorni per vedere di portare a casa qualche risultato soprattutto quello dell’adeguamento delle rette. Da lunedì cominceremo a prendere i dovuti contatti in tal senso. Devono capire anche la nostra situazione così come noi comprendiamo le loro difficoltà.” Questo dunque il quadro della situazione presso l’Istituto Carsic di Venafro che dà lavoro a 140 dipendenti, questo vuol dire che è rimasta l’unica azienda in città in grado di dare ancora lavoro.
Guasto dovrebbe spingere i politici locali a spingere presso regione e Asrem perché si affronti seriamente il problema a cominciare dall’adeguamento delle rette che dovrebbero passare dalle attuali 109 euro a 125 a ricoverato. Aumentare il badget annuale ripristinando i 25 posti letto cancellati a Venafro per “regalarli” a una struttura di Isernia. Solo così potranno essere salvaguardati tutti i livelli occupazionali. In caso contrario, se le cose cioè dovessero rimanere così, si apri rebbero scenari inquietanti, con il rischio reale di mandare a casa diversi dipendenti.
Il Carsic è governata da imprenditori, da privati che quindi guardano ai costi e ai bilanci. I vertici dell’Istituto si sono messi a lavoro per sollecitare Regione e Asrem a dare delle risposte sulle due questioni portate già ai tavoli delle trattative: adeguamento rette e ripristino dei 25 posti letto cancellati senza motivazioni plausibili.
Intanto i lavoratori sono sul lastrico.
In questi mesi hanno percepito solo la tredicesima: avanzano gli stipendi di novembre e dicembre, mentre il prossimo 20 gennaio scade un’altra mensilità.
Una cosa è certa: ora Tommaso D’Angelo non è più solo nella sua protesta. Davanti ai cancelli della clinica lungo Corso Garibaldi ieri si sono ritrovati in tanti, che hanno esternato tutta la loro rabbia con scritte e cartelloni di protesta.
Fonte quotidianomolize