Entro il 2013 bisognerà reperire due milioni e mezzo per coprire il debito con Molise Acque
Le aste per la vendita del patrimonio comunale continuano ad andare deserte e il Comune rischia di non trovare, entro il 2013, ben 2 milioni e 500 mila euro per coprire il debito con Molise Acque. Se ciò dovesse accadere, due sarebbero le conseguenze immediate: dissesto finanziario e messa in mobilità del personale.
La vendita dei beni dovevano portare nelle casse comunali ben 5 milioni di euro. E il giochino ora non si può fare più con le ultime novità legislative per gli Enti Locali introdotte dal Governo Monti. Il giochino, utilizzato molto bene dalla vecchia amministrazione, a cominciare dall’ex Assessore al Bilancio Benedetto Iannacone, era quello di dire che i debiti il disavanzo veniva coperto con la vendita del patrimonio comunale. Bastava una citazione del genere per arrivare per così dire al pareggio di bilancio, almeno sulla carta.
Ora occorre indicare la data certa dell’introito della vendita, con risorse certe e certificate. Questo vuol dire che la situazione finanziaria del comune potrebbe precipitare da un momento all’altro. Del resto i prezzi stimati per alcuni immobili appaiono fuori mercato, come l’ex mattatoio valutato quasi 3 milioni di euro o terreni agricoli con coefficienti di calcolo fuori di ogni logica.
E così nessuno si avvicina alle aste e si passa al giro successivo ma i risultati sono sempre gli stessi. “Occorre rivedere i prezzi degli immobili- dichiarano alcuni ex amministratori di opposizione- e dei terreni. Le stime redatte sotto la vecchia amministrazione sono sballate con errori di calcolo veramente madornali.
La Commissaria Ferri, se veramente vuole vendere quei beni, deve rimettere mano a tutta la materia correggendo gli errori commessi dalla ex giunta comunale”. Insomma il Comune potrebbe conoscere una fase veramente critica subito dopo l’epifania. Cominciano a tremare dunque anche i dipendenti comunali.
Anche per loro potrebbe scattare la mobilità, visto il numero degli addetti settore per settore e la pianta organica che certamente dovrebbe essere rivista. Potrebbero essere tagliati i dipendenti-dirigenti. Si parla di un 10%. Per il momento si tratta solo di voci di corridoio ma se il Comune non riuscirà a vendere i propri beni, l’Ente passerà da Ente strutturalmente deficitario come oggi è classificato a Ente dissestato.
Con conseguenze pesantissime anche per i cittadini che si vedranno aumentare ulteriormente le tasse e i servizi dovranno essere coperti al 100 per cento con gli introiti delle tasse comunali. Insomma per Venafro di annuncia un 2013 pieno di incognite.