Dopo ore di attesa per la sentenza della Corte di Cassazione sulla vicenda Bain &Co, giunge la notizia: reato prescritto, Iorio rientra in Consiglio regionale. A rivolgersi alla suprema Corte è stato l’ex presidente della Regione Michele Iorio che era stato condannato a 18 mesi in primo e secondo grado dal tribunale e dalla Corte d’Appello di Campobasso.
Per questo motivo l’ex governatore è stato anche sospeso dall’incarico di consigliere regionale per effetto della contestata applicazione con data retroattiva della legge Severino sulle liste pulite. Come si ricorderà, fu il pm Fabio Papa a condurre l’inchiesta e a contestare a Michele Iorio l’abuso di ufficio per l’incarico affidato dalla Regione alla Bain & Co. per uno studio sull’autostrada e sulla riorganizzazione del sistema sanitario regionale.
Ma in quella società e nello stesso periodo venne assunto il figlio dell’allora governatore del Molise. Nel giudizio di primo grado il pm Fabio Papa chiese ed ottenne la condanna a 18 mesi per abuso di ufficio.
Michele Iorio appellò la sentenza ma la Corte di Appello di Campobasso confermò la condanna a 18 mesi anche se il procuratore generale La Rana aveva chiesto di ridurla ad un anno per effetto della prescrizione maturata sul primo reato, ovvero quello relativo alla consulenza sulla riforma del sistema sanitario.
Michele Iorio, convinto delle sue ragioni, fece ricorso in Cassazione. Nell’udienza tenutasi stamattina a Roma il suo legale Arturo Messere, affiancato dal noto professionista Filippo Dinacci, ha chiesto l’accoglimento del ricorso perché il fatto non sussiste e, in subordine, la prescrizione del reato.
Secondo Arturo Messere, infatti, la prescrizione decorre dalla firma della delibera e non dal pagamento del servizio reso dalla Bain & Co. Dal canto suo, il procuratore generale della Corte di Cassazione, come aveva già fatto il suo collega nel giudizio di Appello, ha chiesto l’annullamento, per prescrizione della sentenza relativa al primo reato, riferito al riordino sanitario, e il rinvio alla Corte di Appello di Salerno per il ricalcolo della pena sulla consulenza relativa allo studio per l’autostrada del Molise.
FONTE:ILGIORNALE DEL MOLISE