Ieri sera mi sono ritrovata nuovamente davanti all’Ospedale dove Gianni Vaccone continua la sua occupazione ed il suo sciopero della fame. Io, lui, altri amici ed il mio Sindaco Antonio Sorbo. Si, come spesso ripeto anche il mio Sindaco; il Sindaco dei consiglieri comunali di opposizione e delle oltre 3.000 persone che non lo hanno votato.
Ebbene, sembrava stessimo vegliando un morto!
l’Ospedale che non c’è più!
Ho sempre detto che mai avrei fatto un’opposizione sterile, ho attaccato Antonio anche duramente e i fatti mi hanno dato ragione, non condivido molte delle sue scelte, ma in tutta onestà devo riconoscergli che per l’ospedale si sta battendo con energia; una scelta politica chiara, precisa e che non lascia adito a dubbi. Ed io sono con lui, perché l’opposizione è anche “costruttiva” e se c’è qualcosa da avallare e da elogiare va fatto.
Nessuna voglia di fare populismo o demagogia ma la rivendicazione forte di un “dialogo democratico”.
Io: Anto’ si è fatto sentire qualcuno con te?
Lui: nessuno ne parliamo solo noi qui.
Ora mi chiedo, lasciamo da parte il contratto con gli elettori, lasciamo da parte gli incontri in cui ci si salutava con strette di mano e rassicurazioni, ma un confronto sul perché e sulle motivazioni delle “scelte” perché negarlo?
Sappiamo tutti che è finito il tempo delle “vacche grasse” e che vanno fatte scelte drastiche ai fini del contenimento della spesa sanitaria.
Ma sappiamo anche che in tempi di crisi i “sacrifici” vanno equamente distribuiti mentre nel Piano Sanitario solo Venafro paga un prezzo altissimo. Nulla contro le “Eccellenze” molto da dire contro le strutture private mantenute in vita a scapito di quelle pubbliche.
Tale scelta è contro la Costituzione e sfacciatamente “imprenditoriale” oltre a non essere propriamente di “sinistra” a cui la politica regionale dovrebbe indirizzarsi.
Ma ciò che più inquieta è la “prevaricazione” della scelta imposta.
Venafro non ha una sua identità solo quando si deve votare; i cittadini di Venafro non diventano di serie B appena finisce la tornata elettorale.
Io chiedo fortemente, nonostante la sfiducia che si avverte a pelle, di continuare a farci sentire, di non mollare. Se il gioco è quello di sfiancarci non ci sfiancheranno perché abbiamo una motivazione forte, comune “pari dignità di cittadini”.
Non c’è maggioranza e non c’è opposizione. Insieme, uniti rappresentiamo Venafro e i suoi cittadini.
Avanti coi carri e non facciamo prigionieri…