VENAFRO. Dopo l’ ospedale, la crisi non risparmia il Carsic (Istituto privato che assiste i diversamente abili, anche gravi). Ventidue dipendenti per volta, a partire da novembre fino alla fine dell’anno, finiscono in cassa integrazione, per tre settimane di seguito. Il provvedimento interessa complessivamente ben 66 dipendenti, metà della forza lavoro. La cassa integrazione esclude tutti coloro che fanno i turni di lavoro, per tutte le 24 ore. E cioè medici, infermieri e personale ausiliario. Invece tocca tutti quanti gli altri lavoratori. Intanto tutti i dipendenti non ricevono lo stipendio da ben tre mesi di seguito. La proprietà del Carsic ha assicurato che in questa settimana verrà corrisposto almeno un mese. Una grande sofferenza per chi ha famiglia, magari con figli piccoli a carico ed un mutuo da onorare. La cassa integrazione è scattata anche per alleggerire economicamente le già malandate casse del Carsic. E’ stata proposta dall’assessore regionale al Lavoro Michele Petraroia, che il giorno 25 ottobre ha incontrato i sindacati di categoria. L’assessore ha anche promesso un nuovo incontro alla Regione, coi sindacati nel giro di pochi giorni, da tenere insieme con i proprietari dell’Istituto privato. Inoltre i lavoratori hanno ricevuto assicurazioni dalla Regione, perché la retta giornaliera per ogni ricoverato venga passata da 19 debiti, Sino Anche perché rimane bloccata da almeno sei anni, senza alcun riferimento all’inflazione. Da precisare infine che i proprietari dell’Istituto sono stati accusati, dagli uomini della Guardia di Finanza, di aver evaso tasse per circa due miloni di euro. Insomma davvero un brutto momento per il Carsic e soprattutto per i suoi dipendenti. Una questione che rischia di demolire un’ istituzione presente sul territorio, da oltre vent’anni. Portandosi dietro, a catena, tutta una serie di danni all’economia ed all’assistenza di tutto il venafrano.
fonte: molise24.it direttore Mario Lepore