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A Strasburgo B. rispolvera la “persecuzione politica”
A Strasburgo B. rispolvera la “persecuzione politica”
Il ricorso alla Cedu – I suoi avvocati provano a fargli togliere l’ineleggibilità: attaccano la legge Severino e il voto segreto in Senato. La sentenza tra mesi
di Antonella Mascali
Il Fatto Quotidiano 23 novembre 2017
Un tocco dei processi milanesi a Silvio Berlusconi ieri si è visto a Strasburgo, dove si è celebrata l’unica udienza della Corte europea dei diritti dell’Uomo, su ricorso dell’ex premier, che non ci sta a essere decaduto da senatore e a essere ineleggibile per colpa della legge Severino, la norma che si applica ai condannati, come lui, a oltre due anni di pena.
Gli avvocati del leader di FI hanno rispolverato anche ieri la persecuzione politica, esattamente come negli ultimi vent’anni di processi alterati dalle leggi ad personam. Il legale inglese Edward Fitzgerald rievoca i gladiatori: “Berlusconi è stato privato del suo seggio con un voto in un Senato composto a maggioranza da suoi avversari: non era giustizia ma un anfiteatro romano in cui una maggioranza di pollici versi o in alto decidono se uno va su o giù”. Ha sostenuto la natura “penale e irretroattiva” della legge che è stata quindi, illegittimamente, applicata in merito a fatti risalenti agli anni 1995-1998 (in realtà 2002-2003, ndr), 15 anni prima che la legge fosse adottata”. Gli avvocati Bruno Nascimbene e Andrea Saccucci hanno puntato anche su una presunta scorrettezza: il voto palese e non segreto del Senato.
La possibile retroattività o meno della legge è uno dei punti cruciali e si gioca sulla natura della Severino: per la difesa è, come detto, penale, quindi non può essere retroattiva, mentre per il governo italiano e la Commissione di Venezia (un organismo consultivo della Cedu) il problema della retroattivtà non si pone, le sanzioni sono amministrative, legittimamente disposte in questo ambito dal legislatore. Già la Corte costituzionale si era espressa in questo senso.
“Il governo italiano ha rispettato la Convenzione dei diritti dell’uomo”, ha detto ieri l’agente di governo, il magistrato Maria Giuliana Civinini. La decisione del Senato italiano “non è stata arbitraria, è arrivata al termine di una procedura che ha rispettato tutti i diritti, l’applicazione della legge Severino non è stata né persecutrice né ad personam”.
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