La testimonianza di quanto accadde all’alba del 25 giugno 1986, una volta scoperto il furto sacrilego, dal pubblicista Tonino Atella, autore di “Emozioni”, cronaca di quelle ore terribili per la collettività venafrana.
Dal pubblicista Tonino Atella, autore di “Emozioni”, testo che ripropone tutto quanto avvenne a Venafro il 25 giugno 1986 in occasione del devastante furto dello storico Busto argenteo di San Nicandro, Patrono di Venafro, splendida opera della Scuola Orafa Napoletana del ’600 mai più ritrovata, riceviamo la testimonianza diretta di quei giorni.
“Alba del 25 giugno 1986, ossia trent’anni orsono”, attacca il pubblicista. “Due donne delle Manganelle, rione della parte alta del centro storico di Venafro, escono all’alba di casa per incombenze familiari, passano dinanzi alla Chiesa di Cristo (alias del SS. Viatico) e volgendosi verso il portone d’ingresso si segnano col rituale segno di croce. Si accorgono però che il portone non è chiuso, ma solo accostato … ! Restano interdette, si scambiano un impaurito e preoccupato sguardo d’intesa e, senza dire parola, entrano in chiesa a passo veloce dirigendosi verso la sacrestia, dove sanno essere temporaneamente custodito il Busto argenteo del Patrono San Nicandro, opera della Scuola Orafa Napoletana del ‘600, stante l’inagibilità per restauri della vicina Chiesa della SS.ma Annunziata, dove abitualmente veniva riposta e conservata la veneratissima immagine sacra. Una volta in sacrestia, guardano il mobile che custodisce il Busto, si avvedono che non è chiuso, ne aprono un’anta, osservano all’interno e quello che temevano purtroppo constatano : San Nicandro non c’era ! Impaurite, impressionate e con tantissima agitazione interna scappano fuori sulla piazzetta gridando, in stretto dialetto venafrano, “ Hann’ arrubbat’ Sant’ Ncandr’ !“ (Hanno rubato San Nicandro !), ripetendolo più volte, in lacrime e sempre più scosse, mentre il quartiere tutto si sveglia di soprassalto e si riversa in strada. Un attimo infatti e, nonostante l’alba, la piazzetta si riempie di tantissima gente, mentre la voce del terribile furto sacrilego gira in fretta in tutta la città che raggiunge in massa la chiesa di “Cristo” per sapere, domandare e soprattutto per pregare ! Tante le donne di ogni età inginocchiate sui gradini esterni al luogo di culto a pregare e piangere. Sono i primi attimi, trent’anni orsono, della terribile scoperta del furto di San Nicandro, immagine sacra veneratissima e da allora mai più ritrovata nonostante le indagini a 360° delle forze dell’ordine e l’impegno instancabile di tantissimi privati. La città era stata colpita nei suoi affetti plurisecolari, come schiaffeggiata e ciascun venafrano si sentì di colpo privato di una parte di se stesso e fu presto tutta una serie di iniziative, azioni e tant’altro per tentare di recuperare il mal tolto ! Chi si attivò in proprio, chi scongiurò le forze dell’ordine perché ritrovassero in fretta il bellissimo Busto del Santo, chi pensò a persone del cosiddetto “malaffare” affinché facessero recuperare il mal tolto, chi contattò anche personaggi particolari, ma fu tutto inutile. Niente da fare ! Il bellissimo e suggestivo Busto di San Nicandro, opera pregevole dell’ottima Scuola Orafa Napoletana del ‘600, la cui caratteristica principale era il sorriso accattivante ed assai suggestivo stampato sul volto argenteo, espressione tipica dei Martiri che si avviavano al supplizio nel corso delle antiche persecuzioni pagane, non verrà più ritrovato e Venafro, senza esclusione alcuna, si rimboccò immediatamente le maniche per realizzare la nuova Statua del Patrono in modo da non restare un solo anno senza il Simulacro del Martire. Il nuovo ed attuale Busto del Santo infatti -opera dello scultore pisano di origini molisane, Alessandro Caetani- verrà inaugurato, benedetto e presentato alla comunità venafrana ai primi di giugno del 1987 in una gremitissima piazza Cimorelli e per Venafro tutta fu gran festa e soddisfazione immensa. A scoprirlo, tirando via il telo che lo copriva e tra gli applausi fragorosi delle migliaia di presenti, fu un fanciullo di Venafro che all’atto della raccolta delle offerte popolari per la realizzazione del nuovo Busto del Martire, senza indugi aveva rotto il proprio salvadanaio donando tutti i propri risparmi perché il nuovo Simulacro del Santo Patrono diventasse realtà !”. E del San Nicandro del ‘600 rubato e mai più ritrovato oggi che ne è ? Dove sta ? Chi lo possiede ? “Nessuno è in grado di dirlo -aggiunge l’autore di <Emozioni>- avendone perso ogni traccia subito dopo il devastante furto sacrilego di trent’anni orsono nonostante ricerche, voci, personaggi, collegamenti e tant’altro ! Probabilmente, ma sono solo supposizioni, è in qualche Paese straniero, non di religione cattolica, come ornamento di una dimora importante. La speranza che un giorno venga recuperato e restituito a Venafro rimane altissima ! Nel frattempo resta nei cuori e nelle menti degli adulti di Venafro il bellissimo ricordo del simulacro storico del Santo portato via nottetempo da ignobili mani sacrileghe, capaci sì di far sparire quel magnifico Busto argenteo del ‘600 ma non certo di cancellarlo dagli affetti e dai sentimenti di tutti, che a trent’anni di distanza ne conservano intatta la bellissima immagine dinanzi ai loro occhi”.
Ringraziamo l’amico Gianluca Pascarella per avercelo ricordato