La ricerca italiana raggiunge un altro risultato d’eccellenza nel campo delle cellule staminali, che potrà avere importanti applicazioni per la cura del tumore del colon. Lo studio, coordinato da Ruggero De Maria, dell’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” e da Giorgio Stassi, dell’ Università di Palermo, rappresenta un punto di svolta per comprendere la formazione delle metastasi, che sono la principale causa di mortalità nei pazienti con tumore del colon.
I laboratori dell’ Istituto Regina Elena sono stati i primi a scoprire l’esistenza delle cellule staminali del tumore del colon, alcuni anni fa, e hanno continuato a studiarle per capire i loro punti deboli. L’equipe di ricercatori ha potuto analizzare a fondo i meccanismi che permettono alle cellule staminali tumorali di migrare in altre parti del corpo e generare metastasi. Secondo i risultati, le metastasi si formano ad opera delle cellule staminali maligne presenti nel tumore, le quali agiscono a mo’ di serbatoio che continuamente genera nuove cellule. Gli scienziati hanno portato cosi’ alla luce una serie di meccanismi complessi che coinvolgono alcune proteine chiave nella biologia dei tumori, tra cui delle sostanze solubili, dette citochine, che vengono scambiate tra una cellula e l’altra aumentando i livelli di un recettore cellulare presente sulle staminali (“CD44v6”) e, di conseguenza, l’aggressività tumorale. Tutte le cellule staminali tumorali del colon-retto esprimono sulla loro superficie questo recettore che agisce da interruttore per la migrazione cellulare e la formazione delle metastasi; se lo si disattiva, si blocca la capacità del tumore di dare origine alle metastasi. Grazie a questa scoperta, sarà possibile ora mettere a punto farmaci capaci di “spegnere l’ interruttore” durante le prime fasi del tumore, quando è più vulnerabile. I primi trial clinici dovrebbero prendere il via entro il 2015.
La ricerca è stata possibile grazie al supporto dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, attraverso i finanziamenti del programma ‘5 per mille’, dedicati a sostenere quelle ricerche che possono produrre più rapidamente benefici per i pazienti.