VENAFRO. “ Un disperato appello” sulla palestra delle Medie di via Colonia Giulia. E’ stato scritto dalla docente di educazione motoria Patrizia Carnevale, titolare della cattedra su quel plesso. E’ scritto di getto, praticamente col cuore. Ecco perché il suo “ contributo” merita di essere pubblicato integralmente: <Non mi sembrava vero, all’inizio dell’anno scolastico, vedere che i lavori per la ristrutturazione della palestra di via Colonia Giulia, annessa all’I.C. L. Pilla, procedessero alacremente. Finalmente, ho pensato, dopo 4 anni di sofferenza professionale (ma anche fisica e psicologica), si comincia a delineare una situazione di “normalità”…ancora qualche mese e poi lavorerò in una palestra e non più su piazzali sconnessi, spazi inadeguati, arrangiati, pieni di pericoli, esposta alle intemperie e..al pubblico ludibrio!! 4 anni durante i quali non ho potuto dare il meglio di me, dal punto di vista professionale ma soprattutto anni in cui non mi è stato concesso di passare un solo giorno di tranquillità, sempre ossessionata dalla paura di incidenti e infortuni che potessero ledere l’incolumità dei miei alunni ed espormi, non da ultimo, a rischi di natura penale e…civile (congrui risarcimenti). Quattro anni in cui ho cercato inutilmente interlocutori con cui interagire per fare domande e avere risposte….sono sempre rimasta nella completa solitudine e nel completo oblio di tutti, dentro e fuori la scuola, in particolare dei genitori degli alunni..sì di quei genitori che vengono a scuola in interminabili processioni, per lamentarsi di tutto e del contrario di tutto ( per lo più in nome di un concetto pretestuoso di “sicurezza” che non riesco a comprendere)….ma, di certo, non delle cose importanti!! Mi fa specie infatti (cosa che conferma la pretestuosità delle richieste) che tutti loro non abbiano proferito una sola parola anche quando siamo stati prigionieri per ben 2 anni nei locali angusti della caserma della “Guardia di Finanza” dove si, c’erano seri problemi di sicurezza e di semplice agibilità.. E’ durata poco la gioia, solo tre giorni..poi, i lavori sono stati sospesi per irregolarità nella documentazione.. Ancora una volta però non mi sono persa d’animo ed ho creduto che si trattasse di una irregolarità facilmente sanabile: un certificato, per quanto fondamentale al prosieguo dei lavori, se manca si può rifare-pensavo- ma, più passavano i giorni e più mi accorgevo che dietro la “sparizione” del certificato si nascondeva una situazione molto ingarbugliata e perciò molto difficile da dirimere: nientepopodimenochè, la solita lotta politica in quanto la stazione appaltante e il committente non sono della stessa parte… Non entro nel “bailamme” politico anche se un’idea me la sono fatta…ma ciò non conta!! Conta invece un altro aspetto che per me è inquietante: a questi soggetti non importa nulla dei propri figli e del futuro della città..e per “figli” intendo non i propri o, almeno, non solo i propri ma i figli dell’intera comunità…quei figli che dovranno raccogliere una eredità non certo smagliante! Il mio pensiero invece va a loro, privati di una attività didattica sempre più importante in questa fase storica! Importante perché preposta a colmare i deficit generazionali di cui ben pochi, compresi i genitori, hanno coscienza! Le nuove tecnologie hanno soppiantato e stravolto i normali processi di crescita dei nostri ragazzi: essi oggi fanno esperienze importanti, si misurano e sperimentano “prodigi virtuali”, si impossessano con facilità di nuove e sempre più complesse tecnologie..sempre più avanzate di cui diventano i maggiori fruitori e i referenti primi del mercato.. E’ bello questo ma non è e non può essere tutto Questa fruizione smodata infatti coincide con la de-privazione della fisicità, dell’esperienza del corpo, relegata ai soli pollici o tutt’al più occhi-pollici…pochi sanno che ciò comporta deficit sensoriali, emotivi, relazionali; prova ne è che nella scuola secondaria di 1° arrivano sempre più ragazzi con questi deficit, sempre più vulnerabili e fragili. Un bambino “INTERO” ha bisogno sì di esperienze virtuali ma allo stesso tempo ha necessità di quelle corporee, concrete..ha bisogno di correre, toccare, manipolare, sentire con i sensi tutti, sporcarsi, sudare…danzare!!ha bisogno, per crescere completo, di esperienze primitive!!! Perciò io penso che privare i bambini (in crescita) delle giuste esperienze, negando loro il diritto alle attività motorie scolastiche è una grande colpa! Soprattutto quando questa colpa ha dei colpevoli. A loro va il mio disperato appello: ho ancora una flebile speranza che i responsabili di questa “carognata” riescano a fare quel doloroso viaggio alle origini della vergogna, che si ravvedano e, con uno sprazzo di dignità, restituiscano quel diritto negato alle generazioni di ragazzi della comunità venafrana!! Essi sennò non potranno nemmeno avvalersi dell’emulazione positiva degli adulti e la comunità tutta di Venafro sarà condannata al perseverare perpetuo nell’errore>. Firmato:
< Patrizia Carnevale che cerca di fare la docente (intera) di scienze motorie presso la comunità di Venafro!!>.
fonte: molise24