I proclami diffusi dal Sindaco di Sesto Campano relativamente alla vicenda del TAR Molise sulla procedura amministrativa del progetto La Casa di Tom, rappresentano, senza ombra di dubbio, come oggi nella nostra comunità si viva una situazione di imbarazzo ed incertezza politica, che lascia purtroppo ai cittadini una sola via d’uscita: LA RASSEGNAZIONE.
La vittoria (per giunta falsa) di un ricorso al Tribunale Amministrativo Molise presentato unitamente da cittadini e comitato civico di Roccapipirozzi può essere sbandierato all’opinione pubblica come un traguardo politico e sociale conseguito da un Sindaco? Gioire di aver sconfitto propri cittadini, e non pensare forse alle cause e agli effetti che tale imbarazzante situazione potrebbe innescare, dovrebbero far riflettere chi ha un sacrosanto dovere, forse dimenticato, di rappresentanza e di governo.
Nonostante il TAR non abbia pronunciato ancora alcuna sentenza in merito alla questione del plesso scolastico di Roccapipirozzi, e solo tra qualche tempo si entrerà nel merito del giudizio, si legge su alcuni giornali “Casa di Tom: il TAR boccia i cittadini: legali gli atti della giunta Cicerone”. Perche diffondere false notizie? Che tipo di beneficio l’intera collettività sestolese potrebbe ricevere dalla divulgazione di una bufala simile? Queste considerazione dovrebbero far meditare e riflettere l’intera opinione pubblica.
Ma il braccio di ferro sul plesso scolastico sembra una guerra tra poveri. In un momento così delicato di crisi economica e di scollamento tra politica e società civile, una Amministrazione Comunale politicamente lungimirante dovrebbe tendere la mano ai propri concittadini, e non gioire di presunte vittorie , anche false, ottenute nelle aule di tribunale. Forse si potrebbe dimostrare diversamente l’interessamento sincero verso la propria comunità, con fatti condivisi e sinergie utili al tutti.
La vicenda della scuola di Roccapipirozzi rappresenta senza ombra di dubbio, la volontà di molti cittadini a non volersi rassegnare e piegare alle decisioni di una classe politica sempre più lontana dalle effettive esigenze della comunità. Un ultimo spiraglio di appartenenza al territorio di una popolazione, che nonostante l’impegno e la poca chiarezza dei fatti ravvisati nelle procedure attuate , sembra trovare come unico alleato il silenzio delle Istituzioni e della Politica locale, ma anche quell’omertà “imposta dall’alto” che nonostante le insoddisfazioni, ancora oggi purtroppo gioca da padrona in piccole comunità come quella di Sesto Campano.
La speranza , come la storia ci insegna, è l’ultima a morire. Questa vicenda, che sicuramente nei prossimi giorni riserverà tante ed altre sorprese, si spera segni un momento di rinascita sociale ove la gente comune ed il popolo di Sesto Campano cerchino di riacquistare ed impadronirsi di quei diritti democratici ed istituzionali di partecipazione, che oggi più di ieri , vengono sottilmente soffocati da chi, come il Sindaco Cicerone, gioisce pubblicamente senza remore alcune, per vittorie legali contro propri concittadini.
Possa questa considerazione far riflettere finalmente chi, non entrando nel merito del progetto della Casa di Tom, crede ancora a quei principi sacrosanti di giustizia sociale, che un popolo deve pretendere di vedersi riconosciuti.