Startup nell’agro-alimentare: talenti cercansi. Alimenta2Talent, la call internazionale organizzata in tandem da Comune di Milano e Fondazione Parco Tecnologico Padano di Lodi, va a caccia di «idee da trasformare in impresa» in vista di Expo2015. I progetti più convincenti saranno sviluppati fino alla forma di vere e proprie società, con un programma di sei mesi che accompagna sul mercato gli startupper di alimentazione e scienze. Costo? Zero: la consulenza su tutto quello che serve ai neoimprenditori, dagli investimenti alle strategie di marketing, sarà garantita con una borsa di studio a copertura totale. Le candidature possono essere inviate fino al 13 ottobre sul sito dell’iniziativa.
Il bando per gli startupper
Il bando, alla sua seconda edizione, sfrutta il fermento di imprese under 30 nell’agroalimentare. L’obiettivo è indirizzare (o, meglio, trattenere…) su Milano e l’Italia la «voglia di ricerca e impresa” che carbura il filone centrale dell’Expo, l’alimentazione. Il meccanismo non ha nulla di diverso dai tanti incubatori che danno vita alle startup, da piattaforme per l’export di vino alle app per smartphone: i giovani inviano il proprio progetto, quelli selezionati accedono al «Programma di Accelerazione Alimenta» a cura del Parco Tecnologico Padano di Lodi. È lì che l’idea si fa impresa, con un advisor che guida giovani con curricula diversi all’abc dell’iniziativa economica. I numeri ci sono, se è vero che il primo esperimento Alimenta2Talent ha ricevuto più di 100 domande di partecipazione e 35 progetti.
Innovazione tecnologica nell’agroalimentare
Ma i neoimprenditori resistono all’urto del mercato? C’è chi critica l’effetto bolla delle startup, soprattutto in un settore sempre più popolare come il food… «Il mondo Food e i settori relativi alla BioEconomy stanno vivendo un fermento imprenditoriale molto forte – evidenzia Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca – Il sistema delle Università di Milano, della Lombardia e quello dei centri di ricerca hanno prodotto un patrimonio di conoscenza notevole, che può trovare applicazione anche attraverso nuove iniziative imprenditoriali». Milano fa presa sulle nuove leve dell’impresa agricola? Secondo Tajani, sì. Soprattutto se si parla di innovazione: «Oggi l’agroalimentare e l’agroindustria incorporano innovazioni tecnologiche che hanno bisogno delle giuste piazze finanziarie per poterreperire il capitale adeguato per crescere e svilupparsi».
Da spin off universitario a impresa
Finora, cinque dei progetti selezionati nel 2013 si sono evoluti in business veri e propri. Il timbro comune? Sostenibilità e alimentazione, naturalmente. Orange Fiber si occupa della produzione di tessuti con gli scarti di agrumi, Coffee Reloaded crea concimi con i fondi del caffè, Nadal ha creato una piattaforma di fitodiagnostica e fitosanitario per il Mediterraneo, Algae Factory gestisce alimentari derivati da microalghe, Flora Conservation produce e (appunto) conserva piante spontanee abituate alla città…
La mano di Alimenta2Talent quanto è servita? «Noi siamo partiti con un know how botanico, Alimenta2Talent ci ha dato tutte le basi che un po’ mancavano: commercializzazione, marketing…» spiega al Sole 24 Ore Simone Pedrini, tra i fondatori di Flora Conservation. Nata come spin off dell’Università di Pavia, la start up è creciuta fino al rango di «società agricola a tutti gli effetti»: la sua produzione di piante erbacee autoctone si presta alle applicazioni più disparate, dall’edilizia sostenibile ai recuperi ambientali di scarpate. Ma se c’è la creatività, non sempre ci sono i finanziamenti. Anzi. «Tante volte fondi un’impresa, una start up, perché delle due l’una: o si va all’estero o si fa qualcosa. Il problema è che appena parti, anziché aiutarti, ti “succhiano” quello che hai. Da questo punto di vista, l’Italia non è troppo “friendly” con i giovani…».
I cinque progetti nati la scorsa edizione
Coffee Reloaded
Dice tutto il nome: “Coffee reloaded”, caffè ricaricato, è una startup specializzata in recupero e riutilizzo di fondi di macinato. La mission della società è “offrire un modo alternativo ed innovativo per sfruttare queste risorse, fornendo l’occasione ai fornitori e ai clienti di promuovere la sostenibilità e la conservazione delle risorse globali”. Il team è composto da quattro manager: Mary Wang (Taiwan), Ernesto Pavoni, Lucia Zanotti, Cristina Ploia, Maurizio D’Antonio.
Orange Fiber
Direttamente da Catania, Orange Fiber è un’impresa di moda per la creazione di prodotti tessili dai rifiuti di agrumi. L’obiettivo, già sperimentato e brevettato, è trasformare un cumulo di “scarti” che raggiunge le 700mila tonnellate l’anno nella sola Italia in un tessile sostenibile e vitaminico che rappresenterebbe una nuova opportunità per la tradizione italiana nel settore tessile e nella moda. Il team, tutto siciliano e under 35, è composto da Adriana Santonocito, Enrica Arena e Manfredi Grimaldi.
Green4Life
Tutto verde, tutto italiano. Green4Life si occupa di creazione e commercializzazione di prodotti a base di Spirulina, un cianobatterio con alto contenuto di proteine e sali minerali: pasta, prodotti da forno, cosmetici… Il tutto con il bollino della Corporate Social Responsability, la responsabilità sociale che si esprime tra filantropia e controllo serrato degli impatti della filiera. Pur essendo “totalmente italiana” e made in Italy, la produzione Green4Life guarda all’estero con il presidio di export e commercio elettronico. Il team: Pierluigi Santoro, Michele Zilocchi, Maria Vadalà e Stefania Abbona.
Flora Conservation
Nata come spin off dell’Università di Pavia e fondata da due ex studenti, Flora Conservation è una società agricola con focus sulla produzione di piante erbacee autoctone per un’ampia gamma di usi: verde ornamentale, recuperi ambientali, fitodepurazione, edilizia sostenibile (i “tetti verdi”!). La marcia in più sta nella raccolta in natura dei semi: le piante, già adattate alle condizioni climatiche locali, sono più resistenti e rispettose della biodiversità. Il team è composto da Simone Pedrini e Lino Zubani.
Nadal
Prima nel suo genere in tutto il Nord Africa, Nadal (North Africa Diagnostics & Analysis Laboratories) è una piattaforma digitale per fitodiagnostica e fitosanitario. I clienti possono controllare in rete lo stato dei propri terreni, intervenendo e prevenendo perdite di grossa portata. Il sito fornisce tutti gli aggiornamenti per la valutazione, dalle condizioni metereologiche alle best practice delle imprese agricole. Il management team è formato da Rabeb Fersi, Samir Chebil e Imeed Matoouk.
fonte:http://food24.ilsole24ore.com/2014/06/hai-unidea-per-una-startup-agroalimentare-milano-cerca-progetti-da-finanziare/