CAMPOBASSO. Finalmente ci siamo. Ancora qualche ora e i cittadini molisani saranno onorati di ricevere la visita di papa Francesco.
Si contano sulle punta delle dita di una mano le manifestazioni che hanno visto il Molise protagonista a livello mondiale. Una piccola terra dimenticata da tutti, politici e non. Quasi non facesse parte dell’Italia. Bergoglio, dopo appena un anno e tre mesi dalla sua elezione a Santo Padre, ha invece confermato di guardare verso le terre più bisognose organizzando il suo viaggio in questo lembo di terra.
Arriverà in elicottero. Peccato. In auto avrebbe potuto rendersi conto di come questa regione sia isolata dal resto d’Italia per via di una mobilità stradale arretrata. Anche se allo stesso tempo avrebbe potuto godere delle bellezze molisane guardando fuori dal finestrino.
E nel guardare le pale eoliche sparse ovunque avrebbe magari potuto chiedersi: cosa succede in questa regione? Già, perché il Molise è un terra maltrattata e bisfrattata proprio da gran parte di coloro che domani siederanno in prima fila e gli stringeranno la mano. Quasi nessuno di loro applica le sue parole: “la politica è carità”.
Perché se così fosse, qualcuno dovrebbe spiegare come mai in Molise nell’ultimo anno si sono persi 7.700 posti di lavoro. Dati allarmanti che si sono aggiunti al già alto tasso di disoccupazione. Tutti i governanti saranno seduti lì, in prima fila, a fare gli onori di casa. Ma nessuno di loro racconterà che in questo anno di governo, per giunta di centrosinistra, hanno mandato a casa i lavoratori delle società partecipate, i precari della Regione e degli enti regionali.
Il papa non saprà delle vertenze dello Zuccherificio a Termoli, la Gam a Bojano, l’Ittierre a Isernia. E poi ancora la Fiat a Termoli, le Esattorie, la Molise Dati, i precari della Protezione Civile, la chiusura della Biblioteca Albino di Campobasso.
Per non parlare della sanità. Chissà se qualcuno racconterà al papa cosa vuol dire sentirsi male in Molise, correre al pronto soccorso e restare lì per ore, quando va bene.
Chissà se quando i rappresentanti del governo regionale riferiranno di come, con la scusante della spending review, hanno tolto lavoro e dignità ad un popolo che continua a non arrendersi e soffre in silenzio.
Nessun politico regionale gli racconterà dell’aumento di tasse per cittadini e imprese che questo governo ha deciso mentre, nel frattempo, si trovavano escamotage per aumentare le proprie indennità. “Tante persone vanno alla mensa e di nascosto, piene di vergogna, portano a casa del cibo.
La loro dignità è progressivamente depauperata, vivono in uno stato di prostrazione” ha già affermato Bergoglio. Bene, in Molise non ci sono neppure mense per i poveri. “Marx non ha inventato niente, la Chiesa da sempre pensa ai deboli” sono parole che hanno fatto scalpore.
Qualcuno gli dirà che i suoi stessi colleghi molisani, parroci e vescovi, collaborano a piene mani con il favoreggiamento del lavoro nero, pagato a quattro soldi e senza neppure uno stralcio di contratto? O forse qualcuno, nel segreto della confessione, potrebbe raccontare di come magicamente spariscono soldi pubblici, o di quanto lavoro ci vuole per utilizzare soldi del popolo da investire fintamente nelle proprie aziende decidendo i finanziamenti nel ruolo di governo.
Oppure si potrebbe raccontare di come nel Basso Molise la Curia ha provveduto ad acquistare i terreni su cui impiantare la mega stalla delle Gran Manze che avrebbe prodotto un danno immane alla popolazione e alle terre regionali che vivono di agricoltura
E in tutto questo la Chiesa molisana tace pronta però a gestire un evento con assoluto autoritarismo. Bregantini, uomo vicino ai poteri più forti che qui in Molise non se ne vedono, manderà a parlare con il santo padre un ragazzo in nome degli agricoltori che non è agricoltore ma sicuramente ha una posizione politica da lui condivisa (Pd).
Così come la scelta del monsignore di far intervenire una dipendente Fiat è ricaduta ad una dei pochi che prendono lo stipendio.
Bergoglio parlando della politica dice: “Io sono responsabile del loro governo e devo fare il meglio perché loro governino bene e devo fare il meglio partecipando nella politica come io posso.
La politica – dice la Dottrina Sociale della Chiesa – è una delle forme più alte della carità, perché è servire il bene comune. Io non posso lavarmi le mani, eh? Tutti dobbiamo dare qualcosa!”.
Tra qualche ora inizierà la messa in scena di quanti hanno il diritto/dovere di decidere il destino di questo lembo di terra e invece di indirizzare fatti e atti verso un cammino meno ripido per il popolo, si appellano al Santo Padre per chiedere coraggio.
Dimenticando di scrivere delle proprie azioni volte solo alla tutela di un interesse personale che con il bene comune ha poco a che fare, se non per interferenza verso la vocazione di una terra. Ancorati e inchinati ad un dio che si chiama denaro.
Il Molise della farsa accoglierà papa Francesco. Ma grazie a Dio sarà numericamente maggiore il numero dei molisani onesti che si riverserà per strada pronti a raccogliere uno sguardo o una carezza.
Così come altrettanto numerosi saranno i malati che lo guarderanno dagli schermi televisivi delle loro abitazioni felici di ascoltare una parola di conforto da quell’uomo vestito di bianco che ha ricordato a tutti dell’esistenza di questa terra chiamata Molise.
Giovanna Ruggiero
fonte : lagazzettadelmolise
e dal portale diciamo anche che il Papa poteva passare per venafro , per respirare l’aria che questi porci stanno inquinando con l’aiuto dei polintucoli da quattro soldi locali.