Un blitz improvviso, inatteso. Nessuno, ormai, credeva possibile che il centrodestra riuscisse a trovare le 17 firme per le dimissioni necessarie per far cadere il neoeletto sindaco di Isernia, Ugo De Vivo. E invece, di prima mattina, è accaduto. Diciotto consiglieri, uno in più del numero minimo necessario, hanno firmato le dimissioni davanti al notaio Longobardi.
Quindi Gianni Fantozzi, il primo eletto del Pdl e consigliere più votato tra gli eletti alle ultime consultazioni, ha protocollato le dimissioni davanti al segretario comunale. Da quel momento l’Amministrazione comunale è di fatto decaduta. Isernia non ha più un sindaco né un consiglio comunale a venti giorni appena dall’esito del ballottaggio nel quale gli elettori avevano scelto Ugo De Vivo del centrosinistra come primo cittadino. Il pressing nelle ultime ore è stato fortissimo. I vertici del Pdl e dei partiti che hanno costituito la coalizione di centrodestra hanno minacciato i numerosi “recalcitranti” di espulsione dai rispettivi partiti. ALla fine alle pressioni dei vertici non hanno risposto soltanto in tre: Tonino Potena e Raimondo Fabrizio del Pdl e Vincenzo Bucci dell’Adc. Per loro si parla di imminente espulsione. Il blitz è stato compiuto a poche ore dall’inizio del primo consiglio comunale dell’era De Vivo, convocato per questo pomeriggio. Il sindaco avrebbe dovuto comunicare la composizione della giunta e leggere le dichiarazioni programmatiche. Quindi l’assise avrebbe dovuto procedere all’elezione del presidente del Consiglio comunale. Ma tutto ciò non accadrà. Ad Isernia si tornerà alle urne nella prossima primavera. A governare la città per i prossimi dieci mesi sarà un commissario nominato dal Prefetto. Gli isernini torneranno al voto insieme agli elettori di Venafro, il secondo centro della provincia, chiamati anche loro ad eleggere il nuovo sindaco. E non è escluso che la consultazione possa riguardare anche la Regione. Intanto i risvolti della situazione comunale ad Isernia rischiano di avere conseguenze pesanti anche alla Provincia di Isernia. Uno di quelli che non si sono dimessi e che saranno espulsi dal Pdl, Potena, è anche consigliere provinciale, mentre il riferimento di Raimondo Fabrizio, altro “ribelle”, è Camillo Di Pasquale, anche lui inquilino di Palazzo Berta. Se anche questi due si aggiungeranno agli otto dell’opposizione e agli altri “malpancisti” del centrodestra – vale a dire Di SIlvestro, Roberto Di Pasquale e De Luca, potrebbero esserci i numeri per una mozione di sfiducia al presidente Luigi Mazzuto che, in qualità di coordinatore provinciale del Pdl, è uno di quelli che più hanno premuto per le dimissioni di massa.
Ecco intanto l’elenco dei consiglieri dimissionari: Rosa Iorio, Gianni Fantozzi, Stefano Testa, Raffaele Teodoro e Mario Lastoria (Pdl), Antonio Scuncio, Pietro Paolo Di Perna, Angelica Morelli e Giancarlo Chiacchiari (Alleanza per il Molise), Mike Matticoli, Clelia Iadisernia e Andrea Galasso (Udc), Domenico Chiacchiari, Mario Lombardi e Antonio Furioso (Progetto Molise), Cesare Pietrangelo (Adc), Piero Sassi (Grande Sud), Domenoco Di Baggio (Udeur).
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