Sempre più in bilico l’appalto-concorso del Liberty. Ora tutto è nelle mani del Tar Molise che deve pronunciarsi per la sospensiva l’8 maggio. Un primo giudizio era stato fissato il 10 aprile scorso, ma è stato deciso un rinvio. La gara per il recupero del palazzetto Liberty si è tenuta il pomeriggio del 21 febbraio. Allora era stata provvisoriamente assegnata alla ditta dell’ing. Antonio Buono. L’ATI di Mario Cardines e Cavi Costruzioni qualche giorno prima era stata esclusa e contro questo provvedimento la ditta stessa aveva fatto opposizione al Tar Molise, che ha fissato una prima data per la sospensiva il 10 aprile. Ma qualche giorno prima, esattamente il 7, una determina dell’Ufficio Lavori Pubblici assegna la gara alla ditta Buono, dopo un esame di tutta la documentazione tecnico-amministrativa. Questa novità viene portata in sede di discussione dalla ditta Buono proprio il 10 aprile ed i giudici, dovendo acquisire nuove carte, rinviano l’udienza all’8 maggio. Succede perché la citazione dell’Ati Cardines, così come prescrive la legge, si rivolge contro Comune di Venafro, ma anche contro la ditta Buono e la Soprintendenza del Molise. L’Ati di Cardines e Cavi chiede in definitiva il reintegro per la gara, adducendo tutta una serie di ragioni legali contro la sua esclusione. Sarebbe avvenuta su parere della Soprintendenza inserito in gara con un numero di protocollo sbagliato e cioè il 1.156 al posto dell’11.516. Un errore formale o sostanziale? Inoltre sono stati avanzati rilievi sulla sua effettiva validità, al di là dei freddi numeri di riferimento. Al contrario altre prescrizioni, sempre della Soprintendenza, non sarebbero state inserite per le ditte in gara. Naturalmente l’Ufficio Lavori Pubblici comunale è andato avanti, forte delle sue convinzioni. Ma non è finita qui, perché la ditta Opera di Sesto Campano, seconda classificata, ha già annunciato un altro ricorso al Tar Molise. Tale ricorso sarebbe fondato su tutta una serie di presunte irregolarità tecnico amministrative, in sede di gara, tra cui polizze fideiussorie scadute. Insomma questo lunghissimo appalto- concorso del Liberty, partito dalla consegna di cinque plichi di altrettante ditte diverse alla scadenza del 16 agosto del 2013, rischia di incagliarsi per sempre. Con rischio di perdita del finanziamento di un milione e 200mila euro e con un appalto che potrebbe non partire mai più. Oppure, nel migliore dei casi, essere interrotto in corso d’opera. Entro il 6 giugno ( sessanta giorni dall’assegnazione) la ditta Buono deve firmare il contratto d’appalto e poi avviare i lavori. Nel frattempo il Tar, esattamente il 10 maggio, potrebbe dar ragione all’Ati ricorrente e sospendere la sua esclusione. Vuol dire che quest’opera non potrà iniziare prima che il Tar si pronunci nel merito. Quando succederà? Difficile prevederlo. Sicuramente passeranno cinque o sei mesi, se non di più. Ma anche se non ci sarà la sospensiva, attesa la presenza di altri ricorsi, l’opera rimarrà a forte rischio. Cioè da un momento all’altro potrebbe essere annullato tutto, se non addirittura far ripartire le procedure di gara punto e accapo. Se dovesse succedere, potrebbero intervenire altri ricorsi. Con richiesta di risarcimenti per danno, da una parte e dall’altra. Insomma quest’attesissimo appalto potrebbe non portare a nulla di concreto. Anzi accendere altri e costosi contenziosi, che alla fine si ritorcono sull’intera collettività venafrana. Il palazzetto Liberty rischia di rimanere così com’è oggi. Anzi, col passare degli anni, finire sempre più in degrado. Praticamente il simbolo definitivo di una grande occasione di rinascita mancata per la città di Venafro, che non possiede una sala cinematografica da almeno trent’anni.
fonte primopianomolise