La Chiesa dell’Annunziata

L’organizzazione delle Confraternite dei flagellanti mosse i primi passi intorno al duecento partendo dalla Toscana e dall’Umbria. Già in quel periodo Venafro era interessata dai grandi percorsi che collegavano il sud al nord attraversando gli appennini. Tali presenze possono essere considerate come uno dei motivi principali di diffusione del movimento dei Flagellanti a Venafro. Il primo gennaio 1386, sette confratelli, alla presenza del notaio Ciccio Antonio de Parma, si riunirono per redigere l’atto di fondazione della Confraternita dell’Annunziata.
La chiesa dell’Annunziata è considerata tra le chiese barocche più belle del Molise ed è per i venafrani uno dei riferimenti religiosi più alti essendo legata alla presenza fisica del Busto di S. Nicandro. Infatti in una nicchia in fondo a sinistra della navata il Busto argenteo di S. Nicandro fa bella mostra di se. Dall’Annunziata iniziano e terminano tutte le manifestazioni religiose legate al Santo a partire dalla processione del 17 maggio per finire alla lunga processione serale del 18 giugno.
La facciata, realizzata interamente con materiale di spoglio proveniente dal vicino teatro romano, conserva tutti i segni dell’evoluzione che il monumento ha avuto nel tempo. Tra le pietre romane di interesse è l’epigrafe VSONIVS C . F/AEDIL, alcuni giochi di trix, un’anfora inserita in un festone a grappoli e foglie d’uva, ecc.., mentre alla base del prospetto alterale su via De Utris si ritrovano basi di torchio.
Ponendoci di fronte ad essa ed eliminando le pietre di colore più scuro ci rende possibile la ricostruzione della prima facciata con disegno a capanna. Il portale, rispetto all’attuale, era decentrato verso destra e durante l’ampliamento seicentesco fu smontato e tutti gli elementi, con le necessarie aggiunte, furono rimontati nel posto dove si trovano oggi. Realizzato interamente in pietra di S. Nazario è sormontato da una cornice alata. A sinistra del portale si riconoscono ancora gli tutti elementi della torre campanaria: il portale, una monofora e una bifora.
Al di sopra del portale vi era un grande rosone circolare.
Nel XVII secolo con una radicale trasformazione la navata venne ampliata inglobando la vecchia torre campanaria ed altri elementi architettonici di pregio furono realizzati all’interno del monumento grazie all’iniziativa del Priore Francesco Coppa. Verso la metà del settecento altri lavori portarono a definire la chiesa così come l’ammiriamo oggi. L’interno a navata unica è coperto da una volta realizzata mediante una grande incannucciata intonacata che accoglie il grande affresco centrale della Madonna nella gloria dei Santi. Sui due lati della navata in numero di tre per lato sono ospitate tre cappelle separate tra di loro da quelli che sono i pilastri portanti della chiesa. Attraverso una scala formata con balaustra in marmo si accede al presbiterio.
L’altare che si erge su tre gradini è realizzato in marmi policromi. L’impiego di varie qualità di marmo realizza degli accentuati effetti decorativi. Due teste di cherubini fungono da capialtare.
Al di sopra di questo due colonne tortili realizzate interamente in scagliola e decorate a finto marmo sorreggono la parte superiore. Inquadrata in questi elementi è la tela dell’Annunciazione.
All’interno sono ospitate importanti opre d’arte di Paulo Sperduti e di Giacinto Diano
Tutti gli stucchi interni furono realizzati dai due mastri stuccatori milanesi Giandomenico de Lorenzi e Carlo Giuseppe Tersini.
La cupola è la parte esterna di raffinata esecuzione e di elevato disegno architettonico. Databile alla prima metà del XVII secolo è da tutti definita la cupola più bella della regione. Costituita da tre parti distinte ma collegate tra loro: tamburo, calotta e lanterna. Realizzata interamente in pietra porosa locale che viene chiamata popolarmente pipierno.
L’organo terminato nel 1784 dal mastro organaro Nicola Abbate di Airola fu successivamente restaurato da suoi discendenti. Dopo anni di abbandono nel 2003 l’organo artistico della chiesa dell’Ave Gratia Plena è tornato a far sentire la propria voce grazie al contributo privato con un concerto inaugurale tenutosi il 29 di gennaio del 2003.

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