Con l’approvazione del Bilancio e della Relazione Previsionale e Programmatica il Consiglio comunale fissa gli obiettivi da raggiungere nel triennio successivo e definisce i programmi di spesa che vincolano l’Amministrazione nello stesso arco di tempo.
In particolare la relazione previsionale e programmatica costituisce lo strumento di indirizzo politico e programmatico attraverso il quale il Consiglio comunale fissa gli obiettivi generali del triennio successivo.
Con lo stesso atto il Consiglio Comunale precisa le risorse, umane e finanziarie, che saranno destinate nel corso del triennio alla realizzazione degli obiettivi programmati.
Il Bilancio di previsione , invece, è lo strumento tecnico e contabile attraverso il quale il Consiglio Comunale definisce le entrate e le uscite in relazione alle valutazioni ed agli obiettivi definiti con la relazione previsionale e programmatica.
Con l’approvazione del Bilancio e della Relazione Previsionale e Programmatica, quindi, il Consiglio comunale tende a produrre le condizioni per il miglioramento della qualità della vita della collettività amministrata avendo come punto di riferimento il legame intercorrente tra gli obiettivi amministrativi e la reale disponibilità di risorse finanziarie ed umane con la situazione socioeconomica del proprio territorio, senza mai sottovalutare la necessitò di un’equa distribuzione impositiva, nel rispetto della progressività, e la prospettiva di sviluppo del territorio medesimo.
L’art. 170 del TUEL, infatti, indica il percorso metodologico che il Consiglio Comunale deve seguire nella definizione della relazione previsionale e programmatica precisando di illustrare le caratteristiche della popolazione , del territorio, dell’economia in esso insediata e dei Servizi dell’Ente indicandone le risorse umane, tecnologiche e strumentali per passare poi ad una valutazione generale delle risorse finanziarie individuandone le fonti ed evidenziandone l’andamento storico ed i relativi vincoli.
Si tratta a ben vedere di una disposizione ampia, di portata generale, che impone di valutare ogni utile elemento per assicurare alla collettività amministrata il miglioramento della qualità della vita attraverso la erogazione dei Servizi.
Per tale prospettiva risulta primaria e fondamentale la conoscenza dei movimenti demografici nel tempo e di tutte le attività insediate sul territorio non solo per capire i bisogni emergenti dal contesto sociale ma anche e soprattutto per la definizione di una ponderata imposizione contributiva che, nel rispetto del principio costituzionale della progressività , garantisca le risorse economiche necessarie per assicurare la migliore funzionalità dei Servizi ed il soddisfacimento delle aspettative della collettività amministrata.
Purtroppo, quasi nessuna di tali indicazioni è riportata , descritta e valutata nella Relazione Previsionale e Programmatica, allegata al Bilancio di previsione 2014, all’esame del Consiglio Comunale di questa sera con l’effetto che non risulta indicata, neppure minimamente alcuna soluzione programmatica nel corso del prossimo triennio .
La fondatezza di tale incontestabile rilievo è lapalissiana, tanto è vero che la stessa Relazione Previsionale, pur seguendo lo schema imposto dal MEF ma con assenza assoluta di valutazione e di indicazioni programmatiche, arriva alla lapidaria conclusione , dopo una sterile elencazione di soli numeri, che ” le entrate ipotizzate nel corso del triennio sono state coordinate con le spese” senza dire come e perché.
La lettura sistematica delle singole sezioni, infatti, rileva tale incontestabile verità ed addirittura errori grossolani di riferimento normativo come nel caso delle caratteristiche della popolazione, descritte nella prima sezione, che riportano i dati risultanti al 31 dicembre 2013 e non al 2012 come la norma prescrive. L’art. 156 del DLgs 267/2000, infatti, ha stabilito che tutte le disposizioni relative all’attribuzione di contributi erariali di qualsiasi natura che facciano riferimento alla popolazione vanno interpretate con riferimento alla popolazione calcolata alla fine del penultimo anno precedente. Ne consegue che il penultimo anno precedente il 2014 deve intendersi inequivocabilmente il 2012 e non il 2013. Certo, non sarà la differenza di qualche centinaio di abitanti che metterà in discussione gli equilibri del bilancio del Comune di Venafro ma la precisione nella esecuzione della norma è sicuramente un elemento in più di apprezzamento del lavoro svolto e soprattutto delle cose che si vogliono fare .
E, a proposito di apprezzamento del lavoro svolto ci saremmo aspettati una maggiore attenzione nella descrizione delle caratteristiche della popolazione e del territorio e non certamente per sapere se al 31 dicembre 2012 eravamo 11.227 abitanti o 11431 come è riportato nella relazione ma avremmo voluto in particolare che venissero svolte valutazioni sui movimenti della popolazione e conseguentemente sull’organizzazione delle attività amministrative future .
Avremmo voluto che accanto ai dati sulla popolazione, peraltro assai esigui, fossero riportati quelli sul patrimonio edilizio esistente, possibilmente suddivisi per categoria e classe, e quelli relativi alle attività economiche presenti sul territorio almeno per capire se il numero dei contribuenti sia effettivamente quello risultante dai ruoli comunali o se vi siano aree di evasione per le quali sarebbe doveroso intervenire.
Purtroppo la Relazione non va oltre la valenza tecnica e non offre mai spunti di valutazione politica ponendo il c
onsigliere comunale nella impossibilità di comprendere il significato della fredda elencazione di numeri privandolo, nei fatti, di svolgere compiutamente il proprio ruolo .
Tuttavia non possiamo non considerare alcune risultanze di bilancio relativamente a talune voci di entrata e di spesa . Dobbiamo rilevare che nonostante i tagli che negli ultimi anni sono intervenuti nei confronti degli Enti locali da parte dello Stato non solo per effetto della spendig review ma anche per l’introduzione del federalismo municipale, le entrate del Comune di Venafro sono complessivamente aumentate : siamo passati in particolare dai 4 milioni settecentoventitremila euro accertati nel 2011 per quanto concerne le entrate tributarie ai 5 milioni quattrocentocinquemila previsti nel 2014 e in generale dai 6 milioni 598.000 di parte corrente (primi tre titoli del bilancio) agli 8 milioni e 51 mila euro previsti di quest’anno. Un incremento di entrata di circa il 23% , determinato prevalentemente da un’imposizione tributaria di tipo patrimoniale ai massimi di legge e in modo generalizzato senza tener conto dei riflessi sull’economia reale e sulla proprietà. Gli effetti di tale azione impositiva sono sotto gli occhi di tutti ed il peggio seguirà nei mesi a venire.
Per quanto concerne la spesa non è superfluo ribadire che nessuno dei programmi indicati nella parte spesa è adeguatamente motivato né riporta le finalità che si intendono conseguire . Abbiamo, pertanto motivo di ritenere che anche questo esercizio finanziario si concluderà, come quello precedente , senza infamia e senza lode con i soliti proclami sistematicamente smentiti dalla negatività dei risultati. E’ il caso, ad esempio, del Servizio Idrico per il quale avete più volte annunciato che avremmo conseguito dei risparmi considerevoli nel costo del Servizio, addirittura di duecentomila euro ed invece ci ritroviamo con un costo addirittura maggiore rispetto a quello dell’anno precedente. Passeremo, infatti, secondo le vostre previsioni dai 782.400 euro del 2013 a 808.412 euro del 2014 con un incremento di spesa di ben 26.012 euro. Certo, sappiamo benissimo che il Servizio idrico è una vera e propria croce per la città ma proprio perché tale la sua gestione non può essere affidata a proclami ma va valutata sotto l’aspetto tecnico avvalendosi della collaborazione di professionisti qualificati. Sappiamo pure che non è un problema che possa essere risolto nell’immediato ma che va affrontato subito con la collaborazione di tutti almeno per capire le soluzioni possibili. Noi, senza infingimenti, siamo pronti a svolgere la nostra parte .
Rimanendo nell’ambito dei Servizi erogati alla collettività non possiamo non considerare quelli relativi alla nettezza urbana ed alla illuminazione pubblica per i quali le voci di spesa non risultano in linea con la media dei costi rilevata a livello nazionale per comuni similari a quello della nostra città. Per la nettezza urbana , invero, ho già avuto modo di parlare in occasione dell’approvazione del Piano finanziario proposto dal gestore relativamente ai servizi offerti . In quella circostanza rilevavo il costo eccessivo di alcuni servizi ed in particolare per quello relativo alla spazzatura ed al lavaggio di strade ed aree pubbliche che risultava essere pari ad euro 358 mila e quindi assai prossimo ad una spesa giornaliera di circa mille euro , peraltro senza alcuna calendarizzazione degli interventi. Aggiungo oggi che l’intero servizio sfugge ad ogni controllo da parte del Comune che ai fini di una ponderata valutazione dei costi dovrebbe quantomeno pretendere il riscontro delle attività svolte anche per quanto concerne le quantità e le qualità dei rifiuti avviati allo smaltimento.
Analoghe considerazioni possono essere svolte anche per quanto concerne la illuminazione pubblica il cui costo previsto per il 2014 è pari a circa 440 mila euro con un incremento di spesa rispetto all’anno precedente di circa 100 mila euro. Anche di queste spese la Giunta municipale non rende edotto il Consiglio comunale delle ragioni che le determinano e soprattutto non spiega quali provvedimenti intende adottare per contenerne i costi.
Egregio Sindaco ed egregi colleghi, con l’approvazione del Bilancio di previsione e della Relazione previsionale e programmatica, in particolare, il Consiglio comunale deve avere nei confronti della collettività amministrata la diligenza del buon padre di famiglia , obbligandosi, nella soluzione dei problemi che gli sono stati affidati, con la massima attenzione e responsabilità tanto più che i soldi che si vanno a spendere appartengono alla stessa collettività.
Purtroppo il Consiglio di questa sera non è stato posto nelle condizioni di adempiere compiutamente ai propri obblighi con la diligenza del buon padre di famiglia, semplicemente perché non è stato reso edotto con la relazione previsionale e programmatica, neppure minimamente, delle prospettive amministrative del prossimo triennio e delle ragioni che le hanno determinate.
Altresì, il bilancio di previsione è nullo ed illegittimo, in quanto le tariffe della tari sono state approvate successivamente all’approvazione da parte della giunta del bilancio di previsione.
voto contrario!!!
Consigliere Comunale
“ Venafro che vorrei “
Avv. Alfonso Cantone