O meglio, c’è ma non funziona. Un’utopia, insomma. Motivo? Manca l’ascensore per il trasporto dei pazienti. Assurdo, ma nell’Italia degli sprechi, cui dovrebbe porre rimedio il super tecnico Bondi, esiste anche chi progetta una sala operatoria ultramoderna, nuova di zecca, mai utilizzata in realtà, senza pensare a come muovere il malato nel blocco chirurgia. Dove si battaglia contro i topi, tanto è vero che c’è veleno ratticida sparso ovunque; dove persino i ragni secernono le loro case viscose. Questo è quanto accade a Isernia, dove regna ancora l’ultimo satrapo democristiano Michele Iorio e dove la sorella Rosa, dipendente dell’Asrem (l’Azienda sanitaria regionale) è candidata a sindaco e si giocherà la poltrona nel ballottaggio del 20 e 21 maggio.
di Andrea Succi e Emiliano Morrone – Twitter.com/L_Infiltrato
Per la prima volta le telecamere, quelle di Infiltrato.it , sono riuscite ad entrare – a infiltrarsi… – nel nuovo “blocco operatorio per tutte le discipline chirurgiche” del Presidio Ospedaliero del “Veneziale” di Isernia. Abbiamo visto con i nostri occhi una struttura ultramoderna, dovemacchinari nuovissimi non risultano mai utilizzati e addirittura ancora disposti di certificato d’acquisto e libretto per le istruzioni. Sembra l’America delle cliniche private.
E invece siamo nell’italico Molise, dove gli ospedali pubblici non solo funzionano male ma troppo spesso diventano sinonimo di malasanità, sprechi di denaro e pratiche clientelari. Come quelle che – secondo quanto denunciato dalle forze politiche del centrosinistra – avrebbe messo in campo Rosa Iorio, sorella del Presidente della Regione, candidato sindaco e Direttore del Distretto Sanitario di Isernia-Venafro. Come? Attraverso l’apertura di una long list – a ridosso della campagna elettorale – per contratti di collaborazione all’Asrem.
Secondo Rosa Iorio si tratterebbe di biechi attacchi politici da parte di detrattori suoi e del fratello Michele, a sua volta accusato di pratiche familistico-clientelari per aver okkupatostrutture pubbliche come l’Ospedale “Veneziale” di Isernia. Tra figli, fratelli, cugini, parenti e sodali vari il nosocomio pentro sembra infatti una struttura a conduzione familiare.
Ecco perché gli Iorio’s – Michele e Rosa in testa – non possono essere all’oscuro dell’ennesimo scandalo sanitario che colpisce la salute e le tasche dei cittadini molisani (e italiani…). Sia chiaro, infatti, che anche la costruzione della sala operatoria “che non c’è” ha beneficiato di soldi pubblici.
Quasi due milioni e mezzo di euro, 2.250.000 per la precisione, di cui il 5% a carico della Regione e il resto finanziato – udite udite – con gli “Accordi Programma Quadro” relativi al “programma pluriennale ex art. 15”.
Avete capito bene, si tratta dello stesso programma passato alla storia per aver sfruttato le calamità naturali che colpirono il Molise tra il 2002 e il 2003, vedi alluvione bassomolisano e terremoto di San Giuliano – e aver finanziato progetti a pioggia in tutto il Molise. Con il beneplacito del Presidente Iorio, responsabile maximo e ideatore dell’articolo 15.
Nello specifico, la sala operatoria “che non c’è” – utopistica come l’isola di Peter Pan – è finita nel calderone degli “interventi di cui all’APQ Infrastrutture Sanitarie e Sociali, ex delibera CIPE 20 del 2004”.
A fare luce sul modus operandi con cui si è deliberata la creazione di una struttura milionaria che ancora non funziona – nonostante sia stata completata nell’estate del 2010, quindi tre anni fa – è il Protocollo d’intesa tra il Ministero della Salute e la Regione Molise sottoscritto il 31 marzo 2008 dall’allora Ministro competente Livia Turco e dall’allora Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Molise Ulisse Di Giacomo, attuale senatore pidiellino, coordinatore regionale del partito e, soprattutto, uomo di fiducia di Michele Iorio.
Anche lui con un passato lavorativo all’Ospedale Veneziale d’Isernia, come primario di Cardiologia (risulta ancora inserito nell’organigramma dello staff medico dell’Unità di Cardiologia, come Dirigente di II Livello, ndr) Ulisse Di Giacomo si dimostra, in pubblico, un personaggio piuttosto inquietante, se è vero com’è vero che – in qualità di Vice Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato – è stato accusato persino di dichiarazioni razziste.
Ma in verità, tornando alle nostre questioni sanitarie, Di Giacomo è un uomo sprovvisto di alcun tipo di potere reale e non può essere certo additato come responsabile della mala-gestione sanitaria: il politico Ulisse Di Giacomo esiste solo in quanto garzone delPresidente Iorio. Che al di là delle dichiarazioni d’amore di rito si è sempre disinteressato della sua città e della salute dei suoi elettori: l’Ospedale Veneziale è infatti una struttura fatiscente, con un Pronto Soccorso costretto a subire enormi carichi di lavoro e un’utenza che puntualmente si ritrova con speranze e possibilità di cura disattese, nonostante il personale faccia il possibile e l’impossibile per rispondere alle richieste dei malati.
È chiaro a tutti, però, che un nosocomio pubblico non può continuare a soffrire di una gestione familistico-verticistica, di cui gli unici beneficiari sono gli Iorio’s –Michele e Rosa in testa – e a pagare sono e sempre i cittadini. Come dimostra, senza ombra di dubbio, quest’ennesimo scandalo di malasanità. Possibile che il nuovo blocco operatorio sia talmente ai limiti dell’agibilità, che da ogni angolo spunta veleno per tenere lontani i topi? Com’è possibile che in un ospedale entrino dei topi?
Nella città del satrapo democristiano Iorio, oramai al tramonto, succede questo e tanto altro ancora, come denunciato anche nel libro-inchiesta “La Banda del Buco” del giornalista Antonio Sorbo…
GUARDA IL VIDEO-REPORTAGE – “UN INFILTRATO IN OSPEDALE…”
http://www.infiltrato.it/inchieste/molise/esclusiva-isernia-2-milioni-di-euro-per-una-sala-operatoria-che-non-c-e-e-spunta-il-veleno-per-topi-video