Fuoco di fila sull’amministrazione comunale Sorbo anche all’indomani delle dimissioni di un pezzo da 90 quale Elisabetta Cifelli. Dopo la poltrona da assessore, la miss preferenze (ben 824) ha abbandonato pure lo scranno consiliare. Al suo posto entrerà in assise Giovanna Capasso Barbato, come detto tutt’altro che sulle posizioni del sindaco.
I cittadini intanto si mostrano insofferenti perché non comprendono cosa stia accadendo nella maggioranza. I comunicati e le esternazioni fin qui diffusi non sono stati evidentemente esaustivi. In generale, prima da parte dei ricciani e poi (?) degli Indipendenti è sembrata esserci una certa insoddisfazione per la gestione dell’amministrazione. Insomma, si imputa un mancato cambiamento, come pure promesso durante la campagna elettorale.
In sostanza, i metodi sarebbero gli stessi, così come la squadra di funzionari e tecnici a guidare gli uffici.
Nel mirino è finito soprattutto il sindaco Antonio Sorbo, che è sembrato spesso tirato per la giacchetta ora da una parte e ora dall’altra.
Numerosi gli schiaffi che ha dovuto ricevere finora: due assessori dimessi, quattro consiglieri che hanno rimesso le deleghe. Ed ora un importante esponente consiliare che ha preferito lasciare Palazzo Cimorelli anziché continuare a ‘tirare a campare’.
La situazione non è delle più semplici, dunque. Anche il capogruppo Marcello Cuzzone, malgrado la sua imponente esperienza politico-amministrativa ha potuto fare ben poco per arginare il malcontento.
Che ora si respira anche tra i cittadini elettori. Sorbo recentemente ha diffuso una nota con tutti i lavori ed i progetti portati avanti. Nota in effetti corposa.
Ma che non ha sortito effetti soprattutto sulla sua maggioranza se è vero, come è vero, che mai, ad esempio, sui conti c’è stata una votazione compatta della sua amministrazione.
A turno tutti si sono smarcati (tranne il vicesindaco Alfredo Ricci, che però, dicono i maligni, già lo aveva sbeffeggiato con la candidatura alla Presidenza della Provincia prima e poi con l’ordine al suo gruppo di disertare un importante Consiglio poi).
Dalla maggioranza nessuno interviene, segno che la situazione è particolarmente delicata: su tutto basti considerare che il Consuntivo è passato per un solo voto. A parlare è dunque il gruppo Misto e la minoranza di “Venafro che vorrei”.
Alfonso Cantone ha fatto sapere che “con le dimissioni, Elisabetta Cifelli ha riacquistato la propria dignità politica. Sinceramente mi spiace vederla fuori dai banchi dell’assise civica, ma posso comprendere il suo malessere. Come da lei stessa scritto nella nota di dimissioni non vi erano più i presupposti per continuare con il modo disfattista, accentratore e di mala gestio perpetrata da Sorbo e company in questi due anni”, affonda quindi il coltello nella piaga il capogruppo d’opposizione.
Elisabetta Cifelli, pertanto, secondo Cantone, “anche per il ruolo lavorativo che svolge ha avuto modo di tastare in prima persona il polso dei venafrani, che ogni giorno hanno dimostrato malessere e delusione per le continue tasse e per una politica fatta solo di sagre e feste. Già con la sua uscita dalla giunta (e ricordo a tutti che ha preso oltre 800 voti) aveva denunciato un modo di amministrare non consono e non corretto, denuncia che ha ribadito con l’ultima e gravissima nota qualche giorno prima del Consiglio dove denunciava apertamene con i suoi compagni Barile e Di Clemente un modo di fare politica fatto di personalismi e favoritismi oltre a dichiarare che tutte le riunione avvenute erano state una farsa. Cosa dire di più? Ha gettato la spugna, ha capito che con questi amministratori uniti solo dalle poltrone oltre che dallo stipendio (il riferimento è alle indennità di sindaco e assessori, ndr) e dal campanellino (in questo caso la frecciata pare rivolta a Stefania Di Clemente, ndr) durante il Consiglio non può nulla. Si è arrivati al punto che un consigliere pur di fare l’assessore sbrani senza pietà il proprio compagno di banco (evidente il riferimento a Carlo Potena subentrato nell’esecutivo a Dario Ottaviano, ndr) rimangiandosi in un baleno tutte le cattiverie che aveva professato in 7 anni. Evidentemente la poltrona è la poltrona. E prevale su tutto”.
Non risparmia bordate dunque Alfonso Cantone, che poi si appella “a tutti e principalmente agli amici Tommasone, Ricci, Valvona, Petrecca e Iannacone, ai quali dico di prendere esempio dalla ex consigliera Cifelli. A loro dico di riappropriarsi della propria dignità politica, di uscire dal fortino, di porre fine al martirio della città e di schierarsi con il popolo.
Sarà difficile rinunciare alle sfilate durante la processione, alle feste, alle sagre della porchetta come primi attori – lancia fendenti come suo solito Cantone -, ma ormai non hanno più scuse. Diversamente non saranno perdonati dalla città che attenta e vigile li guarda e li ha già giudicati!”.
Quindi, un ramoscello d’ulivo è indirizzato alla consigliera comunale in pectore Giovanna Capassao Barbato: “A Giovanna va il mio in bocca al lupo per l’imminente inizio dell’avventura amministrativa. Sono certo che saprà calarsi nel ruolo per stare accanto ai più deboli. E sono altrettanto certo che, allo stesso modo, vorrà stare lontana da una politica che ha fatto sprofondare Venafro ai livelli più bassi dal dopoguerra”.