Carsic: nuova e pesante chiusura di sindacati e Rsu di fronte alle proposte aziendali di ristrutturazione. Proposte che, come già illustrato più volte dalla proprietà, si prefiggono esclusivamente di salvaguardare l’esistenza stessa della struttura di fronte a fatti incontrovertibili.
Ovvero il mancato adeguamento delle rette e la perdurante mancanza di un piano sanitario regionale al passo con i tempi. La proprietà aveva chiesto a sindacati ed Rsu di riformulare la contrattazione aziendale, da casa di cura a istituto di riabilitazione, qual’è il Carsic.
Aveva chiesto di discutere e concordare un piano di riduzione graduale e contrattata del personale. Puntando a fuoriuscite concordate di personale vicino alla pensione. Niente da fare, nessuna apertura da parte di sindacati ed Rsu che, ora, in forma anonima hanno scetto le pagine di un giornale per portare un nuovo attacco frontale alla proprietà, dimenticando volutamente che la situazione di grave crisi finanziaria del Carsic dipende esclusivamente da fattori esterni ed indipendenti dalla volontà dei gestori della struttura.
Non c’è stato l’adeguamento delle rette, i budget regionali non vengono riallineati, manca una programmazione che difenda il ruolo meritorio scotto dal Carsic in favore di categorie neglette e abbandonate al loro destino. Insomrna, davanti a fattori negativi e oggettivi, si sceglie ancora una volta la strada dello scontro frontale.
Uno scontro che fa male a tutti, a partire dai dipendenti stessi che corrono il rischio di trovarsi senza più lavoro. In momenti come questo occorrono serietà e responsabilità, non chiusure a riccio e muro contro muro. La risposta delle controparti sociali, invece, dove. servire a preparare il rnondo politico alle scelte indispensabili che dobbiamo portare avanti per non chiudere, owiamente garantendo il rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa regionale.
Le cause di tutto resta purtroppo il non adeguamento delle rette di degenza e la incapacità di avere prodotto un piano sanitario regionale adeguato. Sono stati dati posti letto e budget a tanti altri ed ora i conti non tornano. Bisogna diversificare l’offerta sanitaria per rendere compatibili le attuali strutture con la dotazione di posti letto che dovrebbe avere il Molise, che, con 300.000 abitanti ed il fondo sanitario di cui è dotato non può esprimere grandi cose.
La proprietà del Carsic lancia ancora una volta un’apello già lanciato: “Chi si illude che un nuovo Carsic, nelle mani di qualcun altro, possa mantenere quei livelli occupazionali, non ha capito niente. Alla fine ci saranno solo altri cento e più posti di lavoro che vanno in fumo, in un territorio martoriato corna quello venafrano. Sarebbe questa l’occasione, per I lavoratori, di far sentire la loro voce e non accettare passivamente le decisioni prese da chi vuol far saltare tutto.
La proprietà lette proposte le ha fatte: riequilibriami i conti, facciamo un sacrificio e, appena sarà possibile, già nel 2015, potremmo tornare ai livelli retributivi precedenti, ma non c’è stato nessun segnale di ragionevolezza. A questo punto tutto è possibile, ma il sospetto è che, se andrà avanti II braccio di ferro, chi pagherà il conto peggiore saranno i più deboli, M.F.
Fonte: quotidianomolise.it
Sarebbe opportuno chiedere alla affamatissima proprietà del CARSIC di mostrare quanto prendono gli amministratori per portare avanti questa fallimentare gestione.
( dal portale)