Reduce da un’interminabile riunione della conferenza dei sindaci sul dimensionamento scolastico, apro facebook e mi ritrovo al centro di una polemica assurda per un mio post nel quale parlavo di un famigerato capitan uncino.
Pur avendo scritto nel post che non mi riferivo ad un venafrano e pur avendolo ribadito in un commento quasi immediato allo stesso post, qualcuno di venafro si è riconosciuto in quella definizione che non lo riguarda e da li sono partiti una serie di interventi sui quali si è montata questa polemica nella quale sono accusato addirittura di aver voluto fare riferimento ad una menomazione fisica. E più di uno mi invita a chiedere scusa. Lascio perdere, per ora, le minacce e le offese che ho ricevuto, ma ribadisco, come ho subito fatto nel commento al post, che non mi riferivo a chi invece si è voluto riconoscere in quella definizione. Mai ho pensato di fare riferimento a menomazioni fisiche di alcuno avendo grande rispetto ed essendomi sempre impegnato per i disabili, anche in prima persona. Perciò onestamente non capisco anche se, visto il tono dei vari interventi, mi rendo conto di aver involontariamente contribuito ad alimentare questa polemica. Perciò se devo chiedere scusa a qualcuno la chiedo a quelle persone che hanno interpretato o che sono state indotte ad interpretare quel mio post come riferito ad una determinata persona e con quella valenza di cui ho parlato. Se poi devo chiedere scusa a tutte quelle persone che si sono volute riconoscere in quel personaggio anche se il riferimento non era a loro, lo faccio senza alcun problema. La mia più grande colpa è quella di non aver previsto o messo nel conto che quel mio post poteva prestarsi ad una diversa interpretazione o che qualcuno lo potesse usare strumentalmente. Di questo faccio il mea culpa pubblicamente. E per quanto mi riguarda la polemica, almeno qui su fb, è chiusa.